MESSINA. Il tour dei villaggi dalla prossima settimana, e una serie di appuntamenti già programmati: la campagna elettorale di Federico Basile, candidato sindaco investito dal dimissionario Cateno De Luca è già iniziata, a una settimana esatta dall’addio dell’ex primo cittadino a Palazzo Zanca.

Era previsto, ma fa sempre un po’ specie il fatto che non ci sia De Luca (e nessuno dei suoi assessori tranne Francesco Gallo), nonostante si sia praticamente (e letteralmente, per anni De Luca ha avuto la residenza nello stesso palazzo) a casa sua. La sua ombra comunque aleggia incontrastata, fatto reso ulteriormente chiaro da Pippo Lombardo, presidente di Sicilia vera (il partito fondato da De Luca), che rivolgendosi al deputato regionale Danilo Lo Giudice lo chiama proprio “l’onorevole De Luca”.

Circostanza che non ha minimamente perturbato Federico Basile, che visibilmente emozionato, dopo un minuto netto si è sciolto e ha acquisito inaspettatamente la verve del veterano. Si presenta per chi non lo conoscesse (pochi, oggi), declina il suo percorso di studi, professionale e umano, e spiega, all’inizio della sua carriera politica iniziata con la candidatura del consiglio del primo quartiere di “non aver avuto nè blasone politico, nè essere interessato a distinzioni destra-sinistra“. Sin dall’inizio Basile appare coerente con la profezia di Lo Giudice la notte dell’investitura: “sarà un candidato di normalizzazione”, con un profilo molto diverso da De Luca.

“Ho sempre cercato da revisore di dare un contributo pratico, poi ho incontrato De Luca, e ha riacceso in me la passione politica. Da lui ho imparato che è necessario non solo programmare ma portare avanti. Metodo, impegno, sacrificio, operosità. Questo ho incontrato in De Luca e la sua squadra di assessori”. E a proposito del clima che si respira nella ormai ex giunta, in cui due o tre nomi erano diventati “caldi” quali candidati, e invece sono rimasti al palo in favore di Basile, spiega sgomberando il campo dagli equivoci che “la squadra è unita, coesa, e non ci sono spaccature, e la ringrazio per tutto quello che stanno facendo per me e con me, per dare continuità a risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che devono continuare “oltre” De luca”. Poi gigioneggia: “Sono un candidato vero”, in risposta a chi sospettava che il suo ruolo sarebbe stato quello di agnello sacrificabile e nome “da bruciare”, come è prassi per la politica. “Se i messinesi lo vorranno, continuerò il progetto del sindaco, che ho sposato convintamente pur non avendo votato per De luca: andiamo avanti alzando l’asticella oltre De Luca”.

Concretamente, le forze che Sicilia Vera metterà in campo sarà massiccia: “saranno presentate tante liste quante saranno necessarie, sia al Comune che al quartiere“, spiega Pippo Lombardo: Danilo Lo Giudice aveva poco prima ricordato il fatto che, nonostante le sei liste, nel 2018 De Luca non ottenne alcun candidato. “Stiamo definendo il numero, e naturalmente Cateno De Luca sarà dentro”, spiega. De Luca aveva già specificato già da tempo di voler essere presidente del consiglio comunale (che non è una carica elettiva). Nel 2018 De Luca non solo non aveva presentato liste ai quartieri, ma nel suo programma politico i quartieri sarebbero dovuti scomparire. Cinque anni dopo ha cambiato idea.

Secondo il presidente di Sicilia Vera Pippo Lombardo, che ha fatto gli onori di casa, “non solo stiamo dimostrando che il modello di Sicilia Vera di amministrare le piccole comunità è esportabile nelle grandi città, ma anche a livello regionale, puntando direttamente alla presidenza della Regione. Federico Basile è la continuità di questi tre anni e mezzo. Finalmente, il modello si è affermato indipendentemente da chi sia il sindaco. C’è un modello e un sistema che dà risultati”: Il modello è quello di Sicilia economicamente autonoma: in conti in ordine, in pratica, sottolinea Pippo Lombardo.

Danilo Lo Giudice parla di “progetto politico in assoluta continuità con l’amministrazione dell’amministrazione De Luca“. Niente di nuovo, quindi, rispetto a quanto è stato detto e che nessuno aveva messo in dubbio. Secondo Lo Giudice Messina “è ritornata protagonista nello scenario politico regionale, la città è stata risanata dal punto di vista economico, adesso dobbiamo proseguire in questo percorso”. Come Lombardo, anche De Luca fa un vago riferimento ad un “progetto meridionalista”: cavallo di battaglia di De Luca e di Sicilia Vera da almeno vent’anni.

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