MESSINA. Secondo TgCom24, il portale “gemello” della rete Mediaset dedicata all’informazione, “nella città siciliana sono tantissime le famiglie che stanno ancora vivendo nelle abitazioni provvisorie costruite dopo il terremoto del 1908″. Ieri il sito ha pubblicato un articolo che trae spunto dal servizio di Stefania Petix del tg satirico “Striscia la notizia”, secondo il quale ci sono baraccati rimasti nelle casette costruite dopo il terremoto “per centoundici anni”.

 

Entrambe le affermazioni sono molto sommarie e non corrette. Non esistono più (ma da decenni) baracche che risalgono al terremoto: le ultime, a Giostra e all’Annunziata, sono state abbattute anni fa, e non erano più abitate. Di superstiti ce n’è solo una, ed è disabitata da tempo. Il riferimento al sisma è un’argomentazione che salta fuori ogni volta che i giornalisti delle testate nazionali producono un servizio sulle baracche, per dare un tono sensazionalistico che invece non ha nulla a che vedere con lo stato di fatto.

Tutte le “baraccopoli” messinesi oggi esistenti, quelle dei sette ambiti di sbaraccamento (con un censimento che risale al 2002), sono ampliamenti, superfetazioni, stratificazioni di quelli che dopo il 1922 e fino al 1939 furono quartieri “ultrapopolari”, con casette (in muratura) che tuttora esistono, e che si sono ampliate nei decenni che vanno dal ’60 agli anni ’80.

Le baracche di legno costruite in regime di emergenza dopo il terremoto non esistono più da quasi un secolo, per il semplice motivo che al loro posto sono sorti pressochè tutti i palazzi di Messina: proprio per il loro regime emergenziale, infatti, le baracche di legno del dopo-terremoto erano state impiantate in tutta la città, e rapidamente soppiantate da case e palazzi normali.

Correttamente, il sindaco Cateno De Luca, intervistato da Stefania Petix, non ha infatti citato il terremoto, mantenendosi “largo” e parlando degli alloggi consegnati dalla sua amministrazione (i 48 di fondo Matteotti hanno avuto bisogno di una genesi di 14 anni prima di essere ultimati e consegnati) e dei fondi ai quali ha intenzione di attingere per il funzionamento di Arisme, l’agenzia per il risanamento, ma anche di altri 500 alloggi in consegna: quelli del bando di questa estate, del quale non si è saputo più nulla da ottobre, e non citando il progetto Capacity portato avanti dalla precedente amministrazione.

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