MESSINA. Appena 584 alloggi assegnati, su 2722 nuclei familiari aventi diritto, dopo quasi 30 anni dalla legge regionale 10/1990 per lo sbaraccamento di Messina. Sono le cifre comunicate dal dirigente alla Politiche per la casa Domenico Signorelli basate sul censimento del 2002, vecchio quindi di sedici anni e divise per i sette ambiti di risanamento.

Un problema noto anche al dirigente, che lo segnala al sindaco nella sua relazione: “Ciascun nucleo familiare che insiste in area di risanamento ha modificato nel tempo la consistenza del numero dei componenti con l’entrata o l’uscita per svariati motivi (nascita, matrimonio, morte, trasferimento in altra località) dei soggetti censiti dalla Polizia municipale nel 2002″. Per questo, per determinare lo stato attuale, è al lavoro l’ufficio statistica del Comune di Messina. Questo, ovviamente, non consente comunque di capire se dal 2002 ci siano altri insediamenti, nuove baraccopoli che si sono aggiunte alle vecchie e quanta gente effettivamente vi viva dentro.

A chi dovrebbero andare le case al posto delle baracche?  “Gli alloggi sono assegnati ai nuclei familiari aventi residenza anagrafica effettiva nelle aree da risanare da almeno tre anni continuativi alla data del 31 dicembre 1998 – spiega la relazione – Pertanto hanno diritto i nuclei familiari che dal 1995 fino al momento dell’assegnazione non hanno spostato la residenza anagrafica delle baracche o casette occupate”.

“Ci sono ancora oltre duemila famiglie che vivono nelle baracche e nelle casette. Ora basta”, ha commentato il sindaco Cateno De Luca, che ha richiesto la relazione. La prossima settimana, De Luca incontrerà il presidente della Regione Nello Musumeci ed i tecnici per discutere della delibera di giunta regionale della dichiarazione dello stato di emergenza abitativa di Messina.

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