MESSINA. Continua l’infinito dibattito sulle baracche messinesi. Dopo l’intervento odierno di Pietro Navarra, a intervenire nuovamente sull’argomento è la deputata nazionale di Forza Italia Matilde Siracusano, che difende il sindaco Cateno De Luca (a cui aveva replicato Navarra), prende di mira il Governo nazionale, Pd e 5 Stelle e propone “un fondo nazionale per il risanamento”.
Di seguito il suo comunicato, con la sua ricostruzione dei fatti:
“Mi dispiace leggere dalle parole del parlamentare del Partito democratico, Pietro Navarra, la rappresentazione di un’altra verità, che non corrisponde allo svolgimento dei fatti che si stanno verificando realmente in Parlamento sulla vicenda del risanamento della città di Messina.
Finora da parte mia e di Forza Italia c’era stato un atteggiamento totalmente collaborativo, ma dopo 10 mesi di rinvii e di dichiarazioni rimaste lettera morta, mi corre l’obbligo di raccontare i fatti, quelli reali, affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte ad una condizione di sofferenza indecente in cui vivono 8mila messinesi a causa del clamoroso fallimento dello Stato.  Fallimento passato che non può rappresentare un alibi per il presente a cui noi e soltanto noi oggi dobbiamo rendere conto.
In Parlamento giacciono migliaia di proposte di legge presentate dai singoli parlamentari che non vengono nemmeno tirate fuori dai cassetti, perché le Assemblee legislative ormai approvano pochissime norme di iniziativa parlamentare, ma quasi esclusivamente decreti legge e leggi delega del governo.  Ogni anno, soltanto 5 o 6 leggi proposte dai parlamentari vengono esaminate e approvate dalla Camera e dal Senato.
Tra queste proposte di legge – grazie al mio partito e al capogruppo Mariastella Gelmini, che dopo aver visto con i suoi occhi lo scempio delle baracche a Messina ha deciso che la questione doveva essere la priorità per Forza Italia – la mia è stata posta all’esame della Commissione Ambiente di Montecitorio.
I testi dei colleghi Francesco D’Uva e Pietro Navarra sono stati abbinati d’ufficio perché così prevede il regolamento della Camera, ma senza che fosse pervenuta alcuna richiesta da parte del Pd o del Movimento 5 stelle di portarle avanti.
Dopo 10 mesi – per volontà del governo e dei partiti di maggioranza, Pd compreso – la legge è ancora incomprensibilmente ferma, perché è vero che io ho avuto il merito di portarla all’esame della Camera ma in Commissione c’è una maggioranza ed una minoranza. Noi purtroppo siamo minoranza e se la maggioranza avesse voluto, la legge sarebbe già stata approvata: invece Pd e 5 Stelle hanno chiesto solo il rinvio per ben 2 volte e hanno preteso decine di audizioni per far scorrere più tempo possibile.
Audizioni nelle quali è stato ribadito più e più volte che è necessario che si intervenga a livello nazionale, e che il problema relativo alla competenza regionale è superabile attraverso un protocollo d’intesa tra Governo e Regione Sicilia, la quale ha ribadito più volte di essere pronta a sottoscriverlo.
Il ministro Provenzano che aveva promesso di risolvere il problema dopo aver convocato un tavolo tecnico con tutti i parlamentari interessati – per evitare che la Gelmini chiedesse il voto dei capigruppo sulla procedura d’urgenza – è totalmente sparito. Nessun segnale da parte sua, zero. E ne è conferma quanto accaduto in legge di bilancio.
Il collega Navarra obietta che in finanziaria non possono esserci norme localistiche? Ma allora perché lui ha presentato l’emendamento per la cancellazione delle baracche di Messina se era sicuro della sua inammissibililitá?
Primo, sappiamo entrambi che non è così, e basta dare una veloce lettura al testo dell’ultima manovra per scovare le decine di questioni localistiche approvate (l’ottocentenario del presepe della provincia di Rieti, la linea M1 della metropolitana di Brescia).
Secondo, esiste una tecnica parlamentare per superare questi vincoli ed è la stessa tecnica che ho utilizzato per far stanziare 5 milioni di euro per il 2021 per ristorare le città portuali che hanno subito perdite economiche a seguito del calo del turismo crocieristico causato dalla pandemia.
Tra quelle città la prima a beneficiare di questo nuovo fondo sarà Messina. È stato ottenuto un grande risultato grazie all’utilizzo mirato e preciso di norme e regolamenti.
La stessa cosa potevamo farla per le baraccopoli peloritane, magari prevedendo un fondo nazionale per il risanamento e contro il degrado. Le risorse sarebbero andate anche ad altre città? Bene, ma Messina non sarebbe rimasta a bocca asciutta.
Al governo, dispiace dirlo, è mancata la volontà politica per agire. Abbiamo più volte letto dichiarazioni tanto di parlamentari di maggioranza quanto di membri dell’esecutivo – il ministro per il Sud su tutti -, ma ad oggi ogni annuncio è rimasto lettera morta. Finora gli unici che hanno agito per dare alloggi dignitosi ai messinesi costretti a vivere nelle favelas, con tutte le difficoltà dovute alla mancanza di risorse e alla lentezza delle procedure ordinarie imposte dalla burocrazia sono stati il sindaco De Luca e l’Arisme. E questo è innegabile, indipendentemente dalle avversità politiche.
Questa è l’unica verità che si può onestamente raccontare.
Forza Italia continuerà anche in questo 2021 a battersi, alla Camera e al Senato, per approvare finalmente una legge ed avere fondi adeguati per cancellare una volta per tutte le baraccopoli di Messina, e per restituire dignità a 8mila messinesi che sono stanchi delle chiacchiere e, dopo decenni di estenuante attesa, pretendono fatti.
Se la maggioranza vorrà dire sì siamo tutti pronti a riconoscerne il merito ma finora questo merito non c’è stato, per ragioni politiche, per disinteresse di membri del governo che forse non hanno Messina tra le loro priorità.
Forse perché la legge avrà la firma Siracusano e quindi dell’opposizione, o forse per lo scontro con l’amministrazione De Luca.
Noi andremo avanti: non è giusto mentire ai messinesi. Chiederò alla Gelmini di far mettere di nuovo a gennaio in calendario in Aula la mia legge sulla baraccopoli, sarà l’occasione per dimostrare se siamo tutti dalla stessa parte, oppure no.
Se ci sarà un altro rinvio saremo di fronte ad un vero e proprio scandalo, e a quel punto nessuna dichiarazione stampa potrà evitarlo”.
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