MESSINA.  «Il taglio dei servizi sociali, decisione unilaterale inaccettabile, conseguenza di pregresse scelte amministrative errate che hanno responsabilità ben individuabili, e che adesso rischiano di essere pagate solo da utenti e operatori. Non crediamo che i cittadini messinesi abbiano eletto un Commissario liquidatore, le chiacchere non ci interessano e non ci interessa nemmeno il gioco politico, non abbiamo il problema di andarcene a casa. Probabilmente le sfugge che la città di Messina è tra i Comuni siciliani e nazionali quella che spende meno per i servizi sociali (dati ISTAT)».

Lo scrivono in una nota stampa Pippo Calapai e Laura Strano, rispettivamente segretario generale e responsabile Terzo settore della Uil-Fpl Messina.

«Anche il sindaco – proseguono i sindacalisti – conosceva le problematiche della città e in campagna elettorale aveva garantito che nessuno si sarebbe mai dovuto preoccupare di perdere il posto di lavoro, e adesso a rischiare non sono quelle che lei definisce ‘cricche politiche’ che hanno garantito il clientelismo con inutili e onerose consulenze, ma coloro che ogni mattina hanno erogato servizi, come testimoniato dagli stessi utenti, servizi che possono e devono essere potenziati e migliorati ma non tagliati. La capacità di sapere amministrare si esprime non con i tagli (tagliare è semplice) ma con l’efficiente e coraggiosa organizzazione e gestione delle risorse a disposizione.  Come mai, dato che ci sono tanti sprechi, l’unica cosa che non è stato ancora toccato è il Dipartimento dei servizi sociali il cui Dirigente è stato assunto proprio per ovviare a questi problemi? Chi scrive ha già denunciato la dotazione organica di Casa Serena rimodulata con due determinazioni dirigenziali frutto di un compromesso scellerato che porta la firma di dirigenti del Comune che hanno garantito la permanenza nella struttura di inutili profili professionali (tre caldaisti, due elettricisti, tre portieri). Ma la struttura non va chiusa. Al contrario va potenziata, resa più efficiente e implementata dal momento che il Comune vi ha investito quasi 1 milione di euro».

«L’appalto dell’assistenza domiciliare anziani definito ‘vuoto per pieno’ abbia la capacità il sindaco di di farlo diventare pieno, garantendo pubblicità e trasparenza dei servizi sociali. Come mai i procedimenti dei servizi sociali non sono ancora stati pubblicati per garantire uniforme e trasparente l’erogazione dei servizi?» si legge ancora nella nota.

La Uil-Fpl chiede infine che vengano garantiti i servizi a tutta la collettività: «L’unica mission del Comune è garantire servizi a tutta la collettività, e questo è un suo preciso dovere, soprattutto ai più deboli perché il Comune non è un azienda privata, non deve garantire utili e lei non è un Manager, e i servizi sociali sono lo specchio della civiltà di una comunità.  Si dica tutta la verità ai cittadini messinesi quantificando il costo del piano di riequilibrio in termini di interessi passivi e che con i soldi degli interessi (decine di milioni di euro circa) invece potremmo implementare i servizi sociali garantendo il soddisfacimento di bisogni , e mantenendo i posti di lavoro.  Altro che sognare Messina bella e produttiva! Da un sogno stiamo precipitando in un incubo. Non vorremmo che il salva Messina che in verità è un piano di riequilibrio che comporta taglio di servizi e lacrime e sangue per cittadini e lavoratori,  comporti alla fine solo il salvataggio delle cricche».

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