MESSINA. C’è tutto il “think tank” dell’operazione MessinaServizi Bene Comune e Messinambiente, tra i destinatari dell’e-mail che Beniamino Ginatempo, che di MessinaServizi è amministratore, ha scritto per chiedere, abbastanza allarmato, di conoscere alcuni dati che gli servono prima di mettere la firma della società che amministra sul piano concordatario di Messinambiente, da presentare entro il 3 luglio al tribunale di Messina per evitarne il fallimento.

Dal direttore generale Antonio Le Donne agli assessori alle Partecipate e all’Ambiente Guido Signorino e Daniele Ialacqua, da Giovanni Calabrò, commissario liquidatore di Messinambiente, al legale di questa, Marcello Parrinello, per finire col presidente del collegio dei sindaci di MessinaServizi Fabio Sciuto, Ginatempo “bacchetta” sulle dita pressochè tutti. Perché il tempo stringe, e lui ha bisogno di risposte che ancora non sono arrivate.

“Ho bisogno di dati”, scrive Ginatempo verso la fine della settimana scorsa. “Sono ancora in attesa dei dettagli numerici dell’operazione banca-ore, e di capire come questa operazione non si configuri in un debito nel bilancio di MessinaServizi. Ho bisogno di consultarmi con il collegio dei sindaci e con la società di revisione del bilancio (ricordo a tutti che MessinaServizi è soggetta a controllo analogo) per capire come questa voce dovrà figurare nel nostro bilancio, di cui sono direttamente responsabile in solido, prima di poter sottoscrivere il piano concordatario”, spiega l’amministratore di MessinaServizi.

Non solo solo “questioni procedurali” a mettere dubbi a Ginatempo, ci sono anche quelle operative: “Riguardo all’affitto eventuale di mezzi e assets di Messinambiente – domanda il professore – ho bisogno di conoscere qualità, funzionalità, numero, valore di mercato ed età dei mezzi, per sapere cosa affittare e per quanto tempo, nonchè per valutare la congruità dei prezzi stessi e l’opportunità degli affitti“, scrive Ginatempo, che sembra scettico sulla soluzione dell’affitto dei materiali vetusti di Messinambiente,  conoscendo perfettamente il valore pari quasi a zero delle attrezzature (un esempio nella foto sotto). 

E infatti, pur nel tono serio della lettera, gli riesce di fare dell’umorismo. “Exempli gratia, quanto costerà l’affitto di un cassonetto senza coperchio? Più o meno di cinquanta centesimi al mese?” “Aggiungo – sottolinea poi – che  nel piano Aro è fissato un tetto massimo per investimenti che ovviamente non potranno essere solo l’affitto di mezzi obsoleti di Messinambiente”.

Emerge chiaramente, quindi, come tra Messinambiente, società moribonda e destinata a terminare la sua attività improrogabilmente entro il 30 giugno senza possibilità di proroghe, e MessinaServizi, società che dovrebbe prenderne il posto ma alla quale non è stato ancora assegnato il servizio, le strategie non siano affatto coincidenti. “E’ pertanto naturale che i dati numerici che vi sto richiedendo mi giungano al più presto (“e ammetterete che è già tardi!”, sottolinea col punto esclamativo Ginatempo ), per darmi il tempo necessario a prendere le mie decisioni, previa consultazione con i miei esperti. Come capite tutti bene, nessuno si può aspettare una firma frettolosa di MessinaServizi sul piano concordatario. Ovviamente – conclude Beniamino Ginatempo – tutto è condizionato dal diventare MessinaServizi operativa”.

 

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