MESSINA.Renato Accorinti dovrebbe dimettersi“, dichiara ad un certo punto della breve conferenza stampa Gianpiero D’Alia, leader dei Centristi per la Sicilia, ultima incarnazione degli scissionisti dell’Udc nazionale. “Dovrebbe dimettersi perché la maggioranza dei consiglieri ha votato la sua sfiducia, e se è convinto di avere ancora la città dalla sua parte, si sottoponga al loro giudizio e si ricandidi”. Accanto a lui il capogruppo a palazzo Zanca Mario Rizzo, che l’ha introdotto, ed i consiglieri Maria Perrone e Franco Mondello, che non sono intervenuti.

Il gusto per la provocazione, il deputato l’ha sempre avuto, e in conferenza stampa ne ha fatto abbondante utilizzo, lanciando strali all’indirizzo di chi la sfiducia proposta dai Centristi (e dall’Ncd) l’ha affossata in aula. Forza Italia, per esempio, che per D’Alia ha scelto di sostenere questa amministrazione”. Deve emergere con chiarezza che il primo partito che ha deciso di sostenere Accorinti è Forza Italia. Il secondo partito è quello che io definisco il partito del gettone di presenza”.

Poi guarda in casa sua: “Non siamo né amareggiati né contenti, abbiamo preso atto. L’unica cosa che chiediamo ora è la coerenza. L’importante è che i messinesi capiscano cosa avviene con chiarezza. I nostri consiglieri non voteranno i provvedimenti che manchino di concretezza e vantaggio per la città”, conclude.

 
Insomma, secondo i Centristi è iniziata la campagna elettorale. Chi è il candidato di D’Alia e dei suoi? “I programmi, noi la campagna elettorali la facciamo sui programmi”, svicola abilmente l’ex ministro, chiudendo poi con la frase ad effetto: “Qualsiasi cittadino può essere candidato”. Da Palermo al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, sodale di partito di D’Alia che poco meno di un anno fa aveva rotto gli indugi dichiarandosi disposto a scendere in campo per la poltrona più alta di palazzo Zanca, saranno fischiate le orecchie.
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