MESSINA. Come prevedibile, il licenziamento dei direttori artistici del teatro Vittorio Emanuele di Messina, Giovanni Renzo e Ninni Bruschetta, ad opera del commissario straordinario Salvatore Jervolino, ha lasciato strascichi e polemiche.

Primi a puntare l’indice sono gli esponenti di cambiamo Messina dal basso, che affidano ad una nota i malumori per la decisione presa dal funzionario regionale.

“Il commissario regionale dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele, Salvatore Jervolino, annuncia una politica di tagli e risparmi e i primi a farne le spese sono i due direttori artistici espressione della presidenza Puglisi,  Ninni Bruschetta per la prosa  e Giovanni Renzo per la musica.

E’ questa la triste notizia che si apprende leggendo i giornali in questo fine settimana.  Jervolino, inviato dal governo Crocetta in città per “risanare una situazione finanziaria compromessa “, ha annunciato un drastico ridimensionamento delle spese dell’Ente ma ha anche fatto precedere l’analisi delle singole scelte gestionali dei suoi organi di governo da una incomprensibile sfiducia verso la direzione artistica.

La difficile e complessa attività di rilancio di un ente teatro che è stato soffocato da anni di gestione clientelare e burocratizzata è stata così posta in discussione e di fatto smantellata facendo prevalere una logica puramente economicista rispetto alla necessità di tutelare il ruolo del Teatro Vittorio Emanuele come soggetto produttore di cultura per Messina e il suo territorio.

Non capiamo come la situazione debitoria del teatro pubblico cittadino possa essere principalmente imputata allo sforzo creativo di Giovanni Renzo e Ninni Bruschetta il cui costante e faticoso lavoro ha assicurato anzi per due anni l’organizzazione di cartelloni prestigiosi, di forte richiamo sul pubblico e in grado di garantire all’ente sicure entrate”.

Secondo CMDB, la regione dei disastri economici dell’Ente Teatro è diversa. “Un flusso di denaro  certamente insufficiente a compensare non solo e non tanto le perdite derivate da alcune scelte discutibili, ma soprattutto i tagli lineari e indiscriminati operati dalla Regione Sicilia, che mai ha fatto mancare agli enti teatrali di Palermo e Catania il proprio sostegno discriminando invece pesantemente quello della nostra città.

Occorre aprire una profonda riflessione su ruolo e funzioni degli enti pubblici che si occupano di cultura. Non è infatti accettabile che si faccia passare un’idea di efficienza amministrativa esclusivamente legata ai bilanci in attivo derivanti dagli incassi degli spettacoli. Si rischia cosi di trasformare i teatri pubblici in puri contenitori di eventi “di cassetta”, penalizzando quelle produzioni di qualità che non arrivano immediatamente a soddisfare i gusti del grande pubblico. Non abbiamo pregiudizi verso lo spettacolo popolare e verso i grandi successi commerciali, crediamo soltanto che la funzione primaria di un’istituzione culturale debba essere quella di educare il gusto affiancando alle iniziative più popolari proposte che altrimenti avrebbero ben poche possibilità di incontrare il pubblico”.

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MAriacarla Minasi
MAriacarla Minasi
23 Gennaio 2017 16:39

Purtroppo non si riesce a leggere sull’I pad, é totalmente mancante una parte sulla destra di ogni rigo di ogni articolo. Così è impossibile leggere il quotidiano!

mm
Editor
23 Gennaio 2017 16:52

Grazie per la segnalazione. Siamo al corrente del problema e ci stiamo lavorando 🙂