I DATI. Secondo gli studi più recenti circa il 7% della popolazione mondiale, una persona su dodici più o meno, ha tendenze omosessuali. Secondo queste stime, a fronte di 5milioni di abitanti, in Sicilia i gay e le lesbiche sarebbero oltre 350mila. Lʼintera città di Catania, più o meno. E a Messina? Circa 16mila abitanti in città e 40mila in provincia. Numeri di gran lunga superiori a quelli “ufficiali” degli associati allʼArcygay, ovvero 180.000 in tutta italia e poco più di 13mila in Sicilia. Di questi più di 3mila a Messina, quasi 5mila a Palermo e oltre 6mila a Catania (la sezione catanese comprende però anche Enna e Caltanissetta), dove si trova il punto di ritrovo più friendly di tutto il Meridione, “Le Industrie” (ex “Pegaso”) una delle sei discoteche gay più grandi d’Italia. Mentre a Messina a fare la parte del padrone, in ambito movida, è l’Omd (“Ogni Maledetta Domenica”), che ogni sabato notte coinvolge migliaia di persone provenienti da tutto il sud Italia nella serata organizzata al Centro Multiculturale Officina.

In provincia di Messina, invece, i comuni con la più folta comunità omosex sono Milazzo e Barcellona, che negli ultimi anni hanno soppiantato Taormina, che sul turismo omosessuale ci ha costruito le sue fortune fin dai tempi del barone Von Gloeden. “Ultimamente – racconta Duca – la perla dello Jonio sta tentando di rinascere. Di recente, ad esempio, abbiamo donato alla biblioteca comunale tantissimi volumi a tema Lgbt”.

Eppure, malgrado i dati dicano il contrario, a tutt’oggi permane la convinzione che la Sicilia sia una terra omofoba e retrograda da cui tenersi alla larga. Lo dimostra un articolo pubblicato tempo fa dalla rivista americana “Frommerʼs” – una delle guide turistiche più vendute degli Stati Uniti.  “La Sicilia è una delle maggiori roccaforti dellʼomofobia in tutta Europa, con  convinzioni antigay che sarebbero più appropriate al Medioevo”, scrive la guida turistica americana, che invita i turisti omosessuali a scegliere per le loro vacanze mete più friendly, a partire da Roma, Milano e Capri.
 “Ma assolutamente non la Sicilia”, specificano i redattori della guida. E invece…

(In basso la mappa dei Comuni siciliani che hanno adottato il registro delle unioni civili prima dell’entrata in vigore della legge. Clicca sulle icone per ulteriori info)

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