MESSINA. Ma quindi, le navi sotto il ponte passano, o non passano? Da un lato c’è l’ottimismo della Stretto di Messina Spa che, cifre di progetto alla mano, sostiene che “nessuna nave in transito nel 2023 sarebbe stata impossibilitata a passare con il ponte”, stessa posizione di Nunzio Martello, coordinatore del Tavolo tecnico per la sicurezza della navigazione nello Stretto di Messina per la realizzazione del ponte. Dall’altra un quesito di un cittadino di Villa san Giovanni che chiedeva informazioni sul transito nello Stretto di Messina di navi passeggeri e portacontainer con “air draught “(altezza significativa) maggiore di 65 metri (misura più bassa dell’impalcato del ponte), al quale il ministero dei Trasporti ha risposto dicendo che sì, nel 2023 hanno solcato lo Stretto cinque navi passeggeri e 15 navi mercantili (otto delle quali con possibilità di abbattimento di alberi/fumaioli) con altezza maggiore della quota più bassa di attraversamento del ponte.
Torna in auge così uno dei temi sui quali si sono accese alcune delle maggiori polemiche intorno al ponte sullo Stretto: le navi passano o non passano? Il problema, in realtà, è mal posto, e dovrebbe essere declinato al futuro: Passeranno tra cinque, dieci, venti anni, dato che la vita del ponte è prevista in duecento anni? E che tipo di navi?
Un primo problema sono le cifre: sul sito della Stretto di Messina Spa si legge, letteralmente “Franco navigabile: 65 m per una larghezza di 600 m, in presenza di gravose condizioni di traffico stradale e ferroviario. Il franco si innalza a 72 m in assenza di traffico ferroviario”. Nell’aggiornamento al progetto definitivo pubblicato a marzo, però, di 72 metri non si parla da nessuna parte: l’unica cifra è quella dei 65 metri, letteralmente “65 metri di altezza di canale navigabile centrale per il transito di grandi navi”. La verità è, piuttosto, che 65 metri è un vincolo contrattuale anziché un risultato di progetto. Tanto che nel 2011, il progetto definitivo era stato modificato rispetto al preliminare del 2004 per poter rispettare tale vincolo, sollevando le torri da 382.6 m ai 399 m del progetto definitivo e modificando l’inclinazione, in modo da raggiungere i 65 metri richiesti nel punto più critico. Va precisato che questo vincolo rimane immutato anche nell’aggiornamento di inizio 2024 dove, peraltro, i progettisti segnalano che, a seguito dell’impiego di nuovi materiali, più performanti rispetto a quelli previsti nel 2011, le deformazioni del ponte aumenteranno.
Aggiungono i progettisti che “le valutazioni preliminari condotte in questa fase mediante modellazione agli elementi finiti dell’Opera, ferma restando la necessità di effettuare tutte le analisi di dettaglio in sede di Progetto Esecutivo, confermano che la riduzione di sezione del cavo risulta compatibile con le prestazioni relative al franco di navigazione di 65 metri al di sotto dell’impalcato”. Ancora una volta non si parla dei fantomatici 72 metri e comunque si rimanda a un’analisi di dettaglio nel progetto esecutivo. Va inoltre chiarito che il vincolo è rispettato nelle condizioni di progetto che prevedono la verifica in presenza o di due treni di 400m o di un treno di 750m, a 20° C di temperatura. Analisi al variare delle diverse temperature ambientali (che durante l’anno possono oscillare parecchio) non sono state condotte (all’aumentare della temperatura l’acciaio si dilata e il ponte si abbassa di conseguenza).
E quindi, le navi passano o non passano? Dipende. Va chiarito subito che ciò che conta non è l’altezza complessiva della nave (quella che in gergo si chiama “altezza fuori tutto”), ma solo la parte che sporge oltre il livello del mare, in quanto sott’acqua ogni nave ha una certa profondità d’immersione, il cosiddetto “pescaggio”. La “altezza libera”, che gli americani chiamano air draft (e gli inglesi air draught), e che indica la sezione di nave effettivamente fuori dall’acqua, dipende da diversi fattori, legati a quanto la nave pesa in quel determinato momento. Per esempio, la MSC Virtuosa, una delle navi che solcano lo Stretto di Messina, ha un’air draft 65.1 metri, e un pescaggio di 8,4 metri. Sarebbe quindi una delle navi che non passerebbe sotto il ponte, stando a quanto scritto nel progetto definitivo.
Dati sull’air draft delle navi non sono sempre facili da recuperare, perché non è un problema altrove molto sentito. Quello che però è certo è che, se è stato dato il dato del numero di navi transitate nel 2023 (navi e non passaggi, ad esempio una nave da crociera come la MSC Virtuosa conterebbe per uno, ma ha 34 scali programmati a Messina nel 2024) che non sarebbero passate sotto il ponte, manca completamente uno studio di prospettiva. Quante sono le navi oggi in cantiere destinate a non passare? Come sarà lo scenario tra 10 o 20 anni, quando il ponte sarà operativo?
Non si può trascurare il cosiddetto “gigantismo” navale, ovverosia il trend con cui il settore navale tende a crescere senza sosta. Esistono già navi da crociera alte più di 70 metri fuori acqua (che attualmente non passano dallo Stretto), e nel futuro queste altezze cresceranno ulteriormente.
Senza bisogno di aspettare domani, i due velieri attualmente più grandi del mondo sono già abbondantemente più alti rispetto al franco del ponte sullo Stretto: il primo è il Sailing Yacht “A” dell’oligarca Andrey Melnichenko, alto 100 metri. Stesso discorso per le navi militari. Già oggi la portaerei statunitense Gerald Ford, prima di una nuova classe di navi che gradualmente sostituiranno l’attuale flotta da guerra americana, è alta 76 metri.
E le navi mercantili? Quelle di ultima generazione vanno verso una standardizzazione delle misure, e per questo presentano pressoché le stesse dimensioni: 400 metri di lunghezza e 61di larghezza. L’altezza, ovviamente, varia a seconda del carico (nelle navi portacontainers è molto variabile perché una quota dei container viaggia vuota di ritorno e i container pieni trasportano beni di peso estremamente variabile). Ad ogni modo è lo stesso Ministero ad aver indicato 15 navi portacontainer transitate (sempre navi e non passaggi) nel 2023 che hanno superato i 65 metri. Qualche tempo fa, Domenico Gattuso, professore ordinario di Ingegneria dei Trasporti presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, aveva affermato che «tra l’11 e il 17% (a pieno carico o in zavorra) delle portacontainer attualmente circolanti non potrebbe passare sotto il Ponte», con inevitabili ripercussioni sugli scali di Gioia Tauro ed Augusta.
Secondo la Stretto di Messina, bisogna “tenere conto della possibilità delle navi di ridurre l’altezza dell’imbarcazione: alberi e fumaioli reclinabili, stive di zavorra per raccogliere acqua di mare che abbassano la linea di galleggiamento. Operazioni che vengono compiute usualmente dalle grandi navi container che accedono al Mediterraneo passando per il canale di Suez sotto l’Al Salam Bridge, il cui franco navigabile è inferiore ai 72 metri che saranno disponibili sullo Stretto di Messina”. Sempre quei 72 metri di cui nell’aggiornamento del progetto definitivo non si parla mai, mentre il ponte sul canale di Suez ha un’altezza di 70 metri: cinque in più rispetto a quanto riporta il progetto definitivo del ponte.
I motori di una nave alta 60 mt. erogano circa 84.000 cv. tanti quanto 1000 auto di media cilindrata. Perciò quando nello Stretto in una giornata passano dieci navi di quelle dimensioni i cittadini si beccano l’inquinamento di 10.000 auto. Glii ambientalisti dovrebbero battersi per ridurre il passaggio di navi nello Stretto.
Se non ricordo male nel passato solo per aver parlato di fare il ponte sono usciti un mare di soldi e ora ci rifanno ? Tanto pagano quelli che pagano le tasse !