MESSINA – Un lungo discorso interrotto ben due volte dalla commozione. Così lascia Pietro Navarra la guida dell’ateneo messinese, non senza il lungo elenco dei risultati raggiunti negli ultimi anni: il primo posto tra gli atenei con la percentuale di miglioramento della ricerca in tutta Italia, i visiting scholars, passati da 0 a 50, gli studenti universitari permanenti arrivati da 27 paese esteri, i 14 milioni investiti negli ultimi anni, sono solo alcuni dei risultati ricordati nel commiato del rettore. Un’Università che pur commosso adesso lascia per “rispetto per le persone, per le istituzioni e per evitare strumentalizzazioni”. Mentre nega di essersi impegnato prima d’ora in politica, nonostante l’elezione a deputato regionale del suo dirigente generale, Franco De Domenico che avrebbe “solo votato”. È un discorso universitario e molto poco politico quello del neo candidato, che ha anche approntato un identikit del prossimo rettore: “Nessuno che non sia un vero professore universitario può essere alla guida di questo ateneo”. Ma non vuol dare indicazioni: “Mi fido dei miei colleghi che hanno capito che tipo di Università serve”.  Nessun riferimento, invece, alle ultime polemiche con Rosario Crocetta, riguardo alla sua parentela col boss di Corleone, lo zio Michele Navarra, alle quali aveva risposto con un comunicato in cui annunciava querela per chi avesse accostato il suo nome a quello dello zio, annuncio che aveva provocato la dura reazione dell’Ordine dei giornalisti.

Da questo momento dovranno passare 90 giorni, e non oltre, per le elezioni del prossimo rettore. In pole position, ci sarebbe Giovanni Moschella, uomo molto gradito a Navarra.




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