MESSINA. Uno, chiamato “due Torri”,  costeggia via Canalone e si immette nel Lago grande. L’altro taglia in due il borgo di Torre Faro, dalla piazzetta al lago piccolo, lungo via Pantanello. Il terzo, il più lungo e in larga parte inaccessibile, collega i due laghi fra scenari che ricordano i Paesi Bassi o il sud est asiatico, in un’ambientazione quasi da Apocalypse now. Sono i canali di Torre Faro e Ganzirri, tre piccoli corsi d’acqua immersi nel verde che non tutti in città conoscono, soprattutto il terzo (in totale i canali sono cinque, considerando anche il Canale degli Inglesi e il Catuso, coperto. Entrambi vengono aperti e chiusi all’occorrenza per gestire il corretto afflusso di acque fra laghi e mare).

Immersi nella quiete e sormontati da piccoli ponticelli, offrono scorci inediti e bucolici, cambiando luci, colori e fattezze in base ai giorni e alle stagioni. Particolarmente suggestivo è l’orario del tramonto, con il sole che eclissa all’orizzonte e tinge le acque di rosso e arancione.

 

 

 

Curiosa la storia del terzo canale, quello più nascosto e “selvaggio”: nell’antichità esisteva anche un terzo lago (e pure un quarto), un pantano chiamato Margi e situato in mezzo agli altri due, al centro del quale si ergeva un tempio dedicato al dio greco del mare Nettuno. Bonificato nell’Ottocento dai Borboni, oggi lascia il posto al canale omonimo, che collega i due laghi superstiti, e che fu costruito dagli inglesi all’inizio del 1800.

«Il torrente Margi per noi è sia croce che delizia: da un lato le difficoltà oggettive nella manutenzione, dall’altra le grandi possibilità: se riqualificato potrebbe rappresentare un piccolo scorcio di laguna veneta a Messina», spiega Salvatore Ruello della Cooperativa Lago Grande, che racconta la storia e la conformazione dei canali, così come le peculiarità di un ecosistema fragile che va tutelato.

«Si tratta di un canale molto bello e suggestivo, caratterizzato da una folta vegetazione, che tuttavia è “artefatta”. Ad oggi non è facilmente navigabile perché il fondale si sta gradatamente riempiendo di sedimenti fini e sarebbe opportuno intervenire per ripristinare la profondità di qualche tempo fa, ma si tratta di operazioni delicate. Credo possa essere valorizzato, ma va fatto con estrema cautela e nel rispetto dell’ambiente e della fauna (è meta di numerose nidificazioni, ndr)», spiega invece il professore Salvatore Giacobbe.

Fra le novità dell’ultimo periodo c’è anche la nascita di un locale di ristorazione: il primo, o uno dei primi, con una terrazza che si affaccia direttamente sulle acque del Margi. Inaugurato circa due mesi fa, è ristorante e pizzeria.

 

 

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LUCA
LUCA
7 Agosto 2021 10:10

perche non fotografate e denunziate lo scempio prodotto dalle barche e l’inquinamento nel canale di torre faro ?

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[…] Faro. Piste ciclabili previste anche tra Ganzirri e Granatari, ma anche, e non si sa come dato che non ci sono strade continue, lungo il canale […]