MESSINA. Prima la lista alle regionali, che inspiegabilmente arriva in ritardo per qualcosa accaduto sull’autostrada tra Palermo e Messina, e non è ammessa alle consultazioni di novembre. Poi l’esclusione dal novero dei candidati alle politiche di marzo. Nel giro di quattro mesi, Rosario Crocetta è passato dall’essere presidente della Regione a…niente. E all’interno del centrosinistra fa volare gli stracci. E trascina Messina alla ribalta, facendone un campo di battaglia su “panni” interni al partito che invece l’ex governatore ha deciso di lavare in pubblico.

Qualche giorno fa l’accostamento del rettore di Messina Pietro Navarra (candidato nel Pd) allo zio Michele Navarra, boss mafioso ucciso dieci anni prima che il candidato del Pd nascesse (accostamento che il rettore non ha ovviamente digerito, paventando querele), quindi punta dritto al vertice, accusando Matteo Renzi di essere “un serial killer che uccide quelli che non la pensano come lui“, quindi sparando a palle incatenate contro Davide Faraone, numero uno del partito in Sicilia, definendolo “genio rampante della politica che ha distrutto il Pd in Sicilia, ci ha fatto perdere le elezioni regionali”.

Le reazioni non sono tardate ad arrivare. Da quella minacciosa di Navarra a quella sprezzante dello stesso Faraone, che proprio di Navarra prende le difese: “Il Pd è un partito garantista, siamo distanti anni luce dalla visione giustizialista di Rosario Crocetta: il rettore è nato dieci anni dopo la morte dello zio. Secondo Crocetta doveva smettere di vivere, lavorare? Pietro Navarra ha una storia di riscatto – ha continuato Faraone – è una figura che deve essere portata a modello. Ci sono parenti di mafiosi che scelgono di proseguire nella strada della criminalità e chi invece compie scelte opposte. Navarra è uomo di grande professionalità e competenza e siamo orgogliosi del suo impegno“.

Poteva mai Crocetta, ormai furioso con tutto l’universo dei democratici, tenersi un affronto simile? No, e infatti, a strettissimo giro di posta è arrivata la replica, e una sfida a Navarra, tirando di nuovo in ballo e chiamandolo a rispondere di colpe di un parente che non ha mai conosciuto: “Caro Davide, non sono giustizialista, sei tu leggerino ed imprudente. Tant’è che sono disposto a cambiare idea su Navarra, quando il rettore aiuterà il popolo siciliano a capire le malefatte della mafia, come faceva Peppino Impastato“., contrattacca l’ex presidente della Regione, replicando così “a un impacciato Faraone che non sa come difendere le sue scelte sulle liste Pd e che mi accusa classicamente di giustizialismo. Navarra, invece, di minacciare querele – aggiunge Crocetta – organizzi una bella conferenza stampa, durante la quale ci potrà dire tutto quello che è a sua conoscenza sugli ignobili delitti e comportamenti dei suoi parenti. Non è un problema di giustizialismo, ma necessita di conoscere la verità. Quella verità che non si riesce mai a sapere”, ha aggiunto Crocetta, il cui nemico ormai conclamato ha identificato in Navarra.

Per aggiungere pepe alla vicenda, Faraone ha questionato anche sulla promessa di candidatura che Crocetta sostiene di aver ricevuto: “Della promessa fattagli di una candidatura alle politiche ne ha parlato solo Rosario Crocetta, sono cose raccontate da lui: Renzi non ne ha mai fatto cenno in questi mesi”, ha spiegato, tranchant, il sottosegretario.

 

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emmeaics
emmeaics
1 Febbraio 2018 8:34

su una cosa Crocetta ha ragione: Faraone ha indubbiamente distrutto il PD in Sicilia. Oggi su Repubblica (nazionale e regionale) c’è un sondaggio che da il PD perdente in tutti e dico tutti i collegi siciliani. Un gran bel capolavoro quello del sottosegretario non laureato Faraone soprattutto dopo il tracollo delle regionali. Avanti così il PD in Sicilia sparirà e non è detto che sia un male.