Babbiddiu
Restiamo nello stesso spettro semantico per parlare di un termine che viene spesso interpretato, erroneamente, come una bestemmia. Al contrario, la parola babbiddiu è un lessema carico di pietas, di compassione, di serafica accettazione di una misericordia divina. Babbi di Dio sono gli sventurati, i sempliciotti, i poveri di spirito che andranno ad ereditare il regno dei cieli. Coloro i quali sono costretti a fare i conti ogni giorno con gli sghiribizzi della Natura, che per un insondabile mistero ha deciso di accanirsi su di loro. Come un deus ex machina capriccioso e ostile.
Utilizzato ormai in maniera indiscriminata per designare i babbasoni tout court, il lessema sembra riferirsi nello specifico ai babbi contenti, a coloro che delle loro sventure, acquisite o congenite, danno l’impressione di non farsene un cruccio: creature dall’animo mite ancora in grado di apprezzare, in maniera genuina, senza elucubrazioni o onanismi mentali, l’inconcepibile miracolo di esistere nel mondo.
Bastasu e babbannacchiu!