Due mostre negli stessi giorni e nello stesso luogo.  Le querelle tra organizzatori culturali sembrano animare la quotidianità di Taormina quasi senza soluzione di continuità.
Terminata – e non esattamente con un lieto fine – la diatriba insorta tra le due società che si contendevano il festival del Cinema, il post G7 anima un altro braccio di ferro che questa volta coinvolge la giunta comunale, travolgendo, finora, il dimissionario vicesindaco, Mario D’Agostino (sebbene lui abbia negato ogni correlazione con le dimissioni e la polemica sulle mostre). E come nel primo caso anche in questo la querelle finisce in procura. 
 
Ma andiamo per ordine. 
 
La prima mostra è organizzata da Beni Culturali srl, durante i giorni del grande evento internazionale i coniugi dei premier dei 7 paesi più sviluppati hanno potuto ammirare UnescoSites, e cioè i quadri di Antonello, in arrivo da Siracusa e Messina, e Caravaggio, in arrivo da Genova. La mostra secondo gli organizzatori doveva però protrarsi ben oltre il G7 e addirittura fino al 30 giugno. 
 
Dall’11 giugno nel contesto Palazzo Corvaja però pare fosse già prevista la mostra della società Bicubo dal titolo Van Goh Multimedia Experience. 
 
Un accavallamento di date e luogo che sta creando una vera e propria baraonda di dichiarazioni, comunicati e denunce. 
 
 
Gli organizzatori di UnescoSites, l’ormai discussa mostra di Taormina, vanno all’attacco del Comune: “Una delibera per Unescosites, l’altra per Van Gogh Multimedia Experience. Tutte e due nello stesso spazio, Palazzo Corvaja, e per lo stesso periodo – questo denunciano in un documento gli organizzatori – È questo il pasticcio burocratico che va in scena a Taormina, luogo che fino a un paio di settimane fa, durante il G7, ha ospitato la mostra che  ha incantato le First Lady”.
 
Secondo gli organizzatori di Unescosites è successo “l’incredibile: i dipinti di Antonello da Messina vengono portati via in fretta e furia e il Comune corre a togliere le chiavi al patron dell’esposizione. La motivazione è pretestuosa: c’è stato un disguido burocratico, mancava una firma di un funzionario e quindi la concessione dello spazio fino al 30 giugno è stata revocata”. Il motivo secondo gli organizzatori della prima mostra sembra essere chiaro: “Per fare largo agli organizzatori dell’evento su Van Gogh (che avrebbero invece firmato un protocollo col Comune lo scorso novembre, ndr). Eppure l’amministrazione comunale sapeva benissimo, già dal lontano settembre 2016, che Palazzo Corvaja sarebbe stato dato in esclusiva alla società Beni Culturali srl, per quattro mesi a partire da aprile scorso, come soffermato dalla delibera”.
 
Una vicenda che gli amministratori di Beni culturali srl hanno denunciato alla procura di Messina che ha aperto un’inchiesta.  Dalla società d’arte denunciano perfino di aver anticipato 52 mila euro per ristrutturare lo spazio si Palazzo Corvaja, sede della mostra. 
 
Che la politica non fosse ignara dei tempi lunghi della mostra e della permanenza delle prime opere è perfino testimoniato da un video in cui appaiono, Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo, il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, l’ex vicesindaco, Mario D’Agostino
 



 
Secondo gli amministratori della mostra del G7, spenti i riflettori “è spuntata una delibera, tenuta nel segreto di un cassetto dell’amministrazione comunale, datata 18 novembre 2016. Insomma, solo due mesi dopo aver concesso a Beni Culturali srl Palazzo Corvaja, ecco firmata una carta fatta per accreditare operazioni di macelleria culturale. Di questa delibera Beni Culturali Srl ha chiesto in autotutela l’annullamento, mancando infatti i presupposti culturali della stessa”.
 
Il mistero però si infittisce. Secondo gli organizzatori della mostra nei giorni del G7, quella che li sostituirà e che li ha fatti sloggiare in fretta e furia, non sarebbe autentica:  “La mostra Van Gogh Alive  ha acquisito i diritti per l’Italia in esclusiva e viene realizzata dalla società Ninetynine ed  ha avuto nel 2016 le tappe di Milano e Firenze e nel 2017 quelle di Roma, per la quale ha avuto un indubbio successo in termini di visitatori, e pure quella di Bologna, dove è attualmente in corso”. 
 
“Non ne so nulla dell’esposizione di Taormina, ci hanno clonato la mostra. Noi non abbiamo autorizzato l’evento e siamo gli unici a poterlo fare, perché abbiamo i diritti internazionali su Vincent Van Gogh”, così interviene perfino l’amministratore delegato della società responsabile della Van Gogh Alive, Simone Mazzarelli.
 
Eppure, al netto dell’autenticità della seconda mostra su Van Gogh – secondo quanto risulta a questo giornale –  la delibera comunale ha sempre previsto la prima mostra fino al 7 giugno, delibera che a quanto pare non è mai stata richiesta dal dipartimento regionale ai Beni Culturale che ha concesso le opere alla UnescoSites finché non è stato di dominio pubblico il disguido, solo dopo avrebbero richiesto gli atti.  
 
Accordi verbali tra i politici e i curatori delle mostre, ma le carte sembrano sconfessare gli accordi verbali. Sarebbe dunque questo il vero disguido: nessuna comunicazione tra burocrazia e politica.
 
Il sindaco, Eligio Giardina, ha confermato l’esistenza della delibera.  Riguardo ai due protocolli d’intesa presentati da Unescosites sui quali la segretaria comunale Rossana Carrubba in una nota interna ha mostrato dubbi sull’autenticità, sottolineando l’illeggibilità delle firme e la correzione della data, Giardina ha trasmesso gli atti al capo dei Vigili urbani, proprio perchè in qualità di autorità giudiziaria ne verifichi l’autenticità: “Se verranno accertate delle responsabilità nostre certamente non ci esimeremo – ha dichiarato Giardina -. In ogni caso non permetterò mai più che succeda niente di simile: così da padrone diventi schiavo di altri, Palazzo Corvaja non è di Lacagnina (Van Gogh, ndr), né di Celli (Antonello, ndr), è del nostro Comune e d’ora in avanti per qualsiasi altra mostra sarà prevista una clausola di possibilità di revoca in qualsiasi momento, se piacerà bene, altrimenti pazienza”. 
 
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