MESSINA. Quanto tempo occorre per passare da “30% di esuberi” a cento assunzioni (seppure a termine)? Poco più di un anno. Era infatti il 27 giugno 2018 quando il sindaco Cateno De Luca, appena insediato nella sua stanza a Palazzo Zanca, annunciava la rivoluzione a MessinaServizi Bene Comune, la partecipata che si occupa di rifiuti: poco meno di 200 lavoratori in più del necessario, dati gli attuali servizi, in base ai parametri di gestione della eventuale gara d’appalto. “Questi sarebbero i numeri se facessimo un piano industriale secondo quei parametri di gara”, spiegava il sindaco. Un anno e qualche mese dopo, a inizio settembre, MessinaServizi lancia il bando per assumere cento operatori ecologici per un anno: bando che, tra un errata corrige e l’altro, è in giro dal fine luglio.

Cosa è cambiato in un anno per un’inversione di marcia a 180 gradi? Niente: la città continua ad essere irrimediabilmente sporca, il porta a porta su tutto il territorio, che entro luglio sarebbe dovuta arrivare al 65% obbligatorio per legge, è partito solo due giorni fa (e solo una una delle quattro zone del primo quartiere), e i problemi che c’erano quando si ipotizzava che ci fossero duecento dipendenti di troppo non si sono riusciti a risolvere, e per farlo ci vorranno cento unità di personale in più. Non è una novità, tra l’altro, visto che a gennaio, l’assessore all’Ambiente Dafne Musolino aveva annunciato trentadue assunzioni con procedure di selezione con evidenza pubblica (sarebbe la prima volta, nelle partecipate messinesi, in cui per vent’anni si è entrati senza concorso), e invece a febbraio si annunciavano dodici esuberi di personale amministrativo.

La verità è che, strutturalmente, Messina Servizi (e MessinAmbiente prima di lei) non è in grado, nonostante i 544 dipendenti (previsti dalla pianta organica), di assicurare un servizio decente. Anzi, di assicurare un servizio, visto che in quest’estate, di spazzini in giro se ne sono visti pochissimi, e legati ad eventi particolari (la Vara, la pulizia dopo il mercatino di Ferragosto e il passaggio di qualcuna delle cento processioni e feste patronali), lasciando interi quartieri in balìa della sporcizia accumulata da mesi.

Non è la prima volta che succede. Due anni fa toccò alla “task force”, organizzata dall’allora direttore tecnico Natale Cucè (oggi all’Amam), rimediare ad una situazione esplosiva dal punto di vista sanitario, con spazzatura traboccante e accumulata per settimane ai lati dei cassonetti. Anche quella, una manovra straordinaria per riuscire in qualche modo a garantire l’ordinario a cui non si riesce a far fronte con le sole, numerose forze in campo.

Forze che non sono poche: nella pianta organica approvata a marzo, ai servizi di raccolta e spazzamento sono previste 462 unità. L’intera area operativa, quindi compresi gli addetti a impianti e discariche (16) e ai trasporti (22), addirittura consta di ben 515 addetti. E quindi, perchè la città è sempre, perennemente e irrimediabilmente ridotta a letamaio? Per molti e concatenati motivi. C’entra, per esempio, il fatto che in azienda si siano registrati, quest’estate, picchi del 25% di assenza, come testimoniato dal presidente della partecipata Pippo Lombardo, che lamenta anche l’età di molti dei dipendenti, piuttosto in là con gli anni, se non proprio prossimi alla pensione (la maggior parte degli assunti hanno una ventina d’anni di servizio, essendo entrati a MessinAmbiente con l’infornata di metà anni ’90 insieme all’allora partner privato Altecoen), per non parlare degli oltre 70 dipendenti inabili al lavoro in strada.

La selezione dei cento che per un anno tenteranno di ridare lustro ad un servizio scandalosamente inefficiente, inizierà oggi. I candidati tenteranno la sorte a partire da stamattina, presentando le domande presso gli uffici del centro per l’impiego di via Dogali, ufficio che poi dovrà stilare stilare le graduatorie in base ai requisiti dil reddito e carico familiare. Selezioni dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17.30, muniti di fotocopia di documento di riconoscimento, patente B e titolo di studio.

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[…] diventa veramente grottesca: e accade in genere quando si avvicina l’estate, e continua per mesi e mesi. Quest’anno, a mettere una pezza sono stati i cantieri di lavoro, borse regionali che […]