MESSINA. C’è voluto più di un mese (molto più di un mese), ma a fine agosto, anche in viale Regina Elena, per metà, dall’Annunziata a san Licandro, sono tornati i netturbini, desaparecidos da inizio luglio. Il problema è che c’è l’altra metà della strada, da san Licandro al viale Giostra. In cui la sporcizia e l’immondizia ormai hanno raggiunto livelli allarmanti.

Ovviamente, viale Regina Elena non è l’unica zona della città in cui i netturbini non si vedono dalla notte dei tempi (alcune zone periferiche e nei villaggi è davvero un miracolo vederne uno ogni sei mesi), ma l’altra densità abitativa e di traffico la rendono una delle zone più sporche della città.

Un tappeto di aghi di pino, in certi punti altro almeno una decina di centimetri, fa da cornice al marciapiede, con uno spaventoso quantitativo di cartacce, plastica e rifiuti di ogni tipo.

 

E, in ossequio alla teoria delle “finestre rotte”, (in versione molto estensiva, diciamo), chi per terra vede quello schifo, non ci pensa due volte a lasciare un sacchetto della spazzatura.

A quando risale la spazzatura? Nella migliore delle ipotesi a un mese e mezzo fa, l’ultima volta che si è visto un netturbino. Ci sono però segnali più inquietanti: perché , nel marciapiede lato monte, ci sono punti che non vengono puliti da quasi sei mesi. Per terra, infatti, troneggiano fogli di giornale le cui date sono vergognosamente inequivocabili: 8 marzo 2019.

 

Non c’è da stare più allegri nemmeno dall’altro lato, visto che per terra è facile incontrare, seppelliti dal fogliame, anche i santini delle elezioni europee. Che si sono tenute a fine maggio.

 

Ovviamente, fogliame e rifiuti vanno ad ostruire irrimediabilmente i tombini, che di fatto scompaiono. E con l’arrivo della stagione delle piogge, il risultato è che le strade puntualmente si allagheranno.

 

La pulizia del viale Regina Elena, così come di altre zone, è iniziata. Ma garantirla sarà comunque un problema, spiega il presidente di MessinaServizi Pippo Lombardo. “Stiamo lavorando anche con le assunzioni per arrivare ad un livello accettabile del servizio“, ma la partecipata che si occupa di rifiuti si scontra con problemi strutturali apparentemente insormontabili, dall’età degli operatori al loro tasso di assenza dal lavoro. “Sulla carta i dipendenti sono 500, oggi, ma ci sono 70 amministrativi, 70 con limitazioni e 100 con più di 60 anni. Oltre ad un tasso di assenze che vari fra il 23 e il 24%“, confessa Lombardo.

 

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