MESSINA. A chi pensa il comune di Messina quando decide di intitolare le strade? Ai santi, soprattutto. Specialmente a San Giuseppe, ma con un occhio di riguardo anche a San Nicolò, e ovviamente alla Madonna, senza tralasciare san Francesco, i molti santi di nome Giovanni o direttamente Cristo. Perchè se c’è una cosa in cui Messina abbonda è la presenza di strade a tema biblico, evangelico o ecclesiastico. Più di un duecento tra sante e santi, senza contare Bambinelli,  Madonne (una della lettera, cinque delle grazie e una della mercede) e accezioni della stessa (un intero viale, un vico, cinque vie e una piazza per l’Annunziata, una via e una piazza Concezione, tre piazze e due vie Immacolata e una via Incoronata), apostoli (dodici, che si disputano una via), schiere celesti (una via dei Cherubini e una piazza dell’Angelo, a Faro) sacri cuori (una strada, più una via ed una discesa personalizzate al “cuore di Gesù”),  una via intitolata alla Sacra famiglia, una piazza per il solo Spirito santo, oltre che a tre diverse strade in coabitazione tra Gesù e Maria  (una “in san Leone”, le altre a Mili e a Gesso), e una piazza Santissimo Rosario a Castanea. Poi una piazza Canonica, una via del Carmine, due vie Noviziato, due vie Oratorio (della Pace e san Francesco) cinque vie intitolate a “chiese” (la prima semplice, le altre coi suffissi “dietro”, “grande”, “nuova” e “dei marinai”) ed infine una via Sacrestia.

Tra i santi, ai quali sono dedicate quasi un centinaio di strade, spiccano le quattro vie dedicate al patrono d’Italia, san Francesco: una a Camaro, una a Gazzi, alle spalle del carcere, la terza a Contesse e la quarta a Castanea, senza contare la piazza sul viale Boccetta, giusto di fronte alla chiesa anch’essa inevitabilmente intitolata al santo d’Assisi. Ma il santo a cui sono dedicate più è sicuramente San Giuseppe: ben 10 le strade a lui intitolate, tra cui otto vie e due vicoli, dislocate in città da nord a sud (Camaro, Camaro Inferiore, Curcuraci, Pezzolo, Mili, Tipoldo, ecc.). Secondo, San Nicolò, che vanta sette vie e due piazze, tutte tra Castanea e Mili. Si difende inaspettatamente bene anche san Cosimo (tre vie e una piazza, situata a Castanea come una via), titolare anche di un “vico” che strada facendo diventa via e che a metà si trasforma in piazza. Dove? Tra la via Catania e la via del Santo (nomen omen), e se la gioca col ben più celebre san Marco, che anch’egli ha intitolate quattro vie e una piazza. Caso particolare san Filippo, il cui nome proprio è affiancato a due “cognomi” diametralmente opposti per due differenti vie: “Bianchi” e “Neri” (due sono San Filippo Bianchi). Ad Annibale Maria di Francia, il santo secondo il quale il terremoto del 1908 sarebbe stato causato dall’ira di Dio contro la città, è stata dedicata una piazza in città, una via a Cumia, e persino una rotatoria sulla Panoramica. Molte le vie anche ai San Giovanni: sei al “Battista” (e anche un paese, Massa San Giovanni), una a San Giovanni Bosco, due al “Decollato” e una a San Giovanni di Malta. Diverse anche le strade che contengono il nome di Cristo: via Cuore di Gesù, via Sacro Cuore di Gesù, una piazza e cinque vie a Gesù e Maria,

E le sante? Barbara si divide tra una piazza, una scalinata e tre vie, invece santa Caterina ha tre vie, e in più altre due sono nominate a Santa Caterina Valverde o Santa Caterina dei Bottegai. Ci sono anche due vie intitolate a Maddalena. Per santa Maria c’è l’imbarazzo della scelta: con nome proprio o affiancata da alemanna, la nuova, la porta, dell’arco, del selciato e due da Gesù inferiore. Alla santa messinese, Eustochia, una via è dedicata, ma c’è indecisione sul fatto se sia beata o santa (è santa, ordinata tale da Papa Giovanni Paolo II proprio a Messina, nel 1988). Incredibilmente, la città che conta una dozzina di statue di padre Pio equamente piazzate a coprire tutto il perimetro municipale (in viale Regina Margherita ed in via felice Bisazza, in contrada Conca d’oro, Faro e Tremestieri, Giampilieri davanti alla stazione, nella strada per Salice, al padiglione F del policlinico, a Mili san Marco e trionfo a Gravitelli con ben due statue nel giro di qualche centinaio di metri) al santo di Pietralcina non gli ha dedicato manco una traversina.

Ben rappresentate, poi, anche quasi tutte le gerarchie ecclesiastiche: monsignori (quattro, Paino, Fasola, Bruno e D’Arrigo), un paio di padri (Nino Trovato, Matteo Forestieri), due frati (Arcangelo Gualtieri e Paolo), suore (uno slargo con anteposto “piccole” e una via suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino), tre don (Orione, Blasco e Minzoni), tre papi (Leone, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, quel Karol Wojtyla al quale già dal 1988 la città ha dedicato una statua in ricordo della sua venuta a Messina). Particolare il rapporto della città coi gesuiti, comunità religiosa particolarmente nutrita, al cui fondatore Ignazio da Loyola (che volle il convento a Messina) è dedicata una strada, via Ignatianum. E’ invece all’Opus Dei che l’amministrazione guidata da Giuseppe Buzzanca ha tributato gli onori, dedicando la piazza accanto alla chiesa di san Giuliano al fondatore Josemaria Escrivà. E da qualche parte c’è una via dedicata anche ai missionari comboniani.

Infine via Dama Bianca che è un chiaro riferimento alla Madonna, che per anni combinazione lo è stato anche all’eroina (la strada è stata una delle zone di spaccio più micidiali durante gli anni ’80): e volendo potrebbe essere scambiata anche per una dedica alla celebre amante di Fausto Coppi

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horus
horus
1 Novembre 2021 15:57

…e c’è una via Cardinale Guarino da cui si accede ad un’intera Valle degli Angeli

Ignis
Ignis
4 Settembre 2022 13:54

Chi scrive ignora evidentemente la toponomastica della “Città dalle 100 chiese” anteriore al terremoto del 1908, a sua volta ereditata dal tessuto urbano della Città anteriore al terremoto del 1783. Molte vie intitolate a santi e madonne, sono rimaste nella toponomastica vigente per ricordare ai pochi messinesi sopravvissuti all’immane distruzione del sisma dello scorso secolo e a noi, (continua)

Ignis
Ignis
4 Settembre 2022 14:02

/…e a noi loro posteri, il sito di numerosi edifici chiesastici e conventuali, (v. Concezione, v. S. Camillo, ecc.) distrutti dal sisma o volutamente demoliti per cancellarne la memoria. Se possiamo dunque mantenere qualche traccia della Città “com’era” è necessario anche – a mio modesto parere – aver rispetto di questo tipo di “memoria”. Che poi gli amministratori cittadini (continua)

Ignis
Ignis
4 Settembre 2022 14:09

/non abbiano avuto accesa fantasia nella intitolazione di nuove vie è un fatto loro; di solito è la cittadinanza a proporre personalità che si siano distinte nell’ambito valoriale umano/cittadino ecc., ed evidentemente i Cattolici hanno avuto chi proporre: che problema è? Lo stesso, altrettanto evidentemente, non han fatto i cosiddetti “laici” : che possiamo farci? (Continua)

Ignis
Ignis
4 Settembre 2022 14:15

Una nota per tante che potrebbero giovare a chi ha scritto quest’articolo: la via e piazza San Francesco di Contesse non è intitolata all’Assisano ma a San Francesco di Paola, poiché in quella viuzza – preterremoto 1908 – esisteva un convento dei Paolotti o “Minimi” del Paolano e sino agli anni ’70, nel sito della piazza attuale, esisteva una chiesina parecchio preziosa e affrescata….

Last edited 1 anno fa by Ignis