MESSINA. L’acqua che arriva a Messina sarà poca, ma la sua qualità è invidiabile: lo ha certificato l’associazione ambientalista Greenpeace Italia, che ha realizzato la prima mappa in Italia della contaminazione da PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nelle acque potabili, con 260 campioni di acqua potabile in 235 città da Nord a Sud, e in 206 dei 260 campioni, pari al 79% del totale, è stata registrata la presenza di almeno una sostanza riconducibile al gruppo dei PFAS. Non a Messina però.
I punti di rilevamento sono stati due, uno in città (all’altezza del quartiere Lombardo, quelle poche ore al giorno in cui arriva), e l’altro in provincia, a Milazzo: in entrambi i casi, i tecnici interpellarti dall’associazione ambientalista non hanno rilevato alcuna contaminazione da Pfas (per Milazzo assenza totale, per Messina presenza talmente trascurabile che il parametro è rimasto di 0 nanogrammi per litro). Un parametro elevato Messina lo registra nella presenza di “acido trifluoroacetico” (Tfa), con 57,6 nanogrammi per litro (la scala va dai 20 ng/l considerati come “non rilevabili”, al limite normativo di 100 ng/l, fino ai 3200 rilevati in alcune acque minerali in bottiglia di plastica).
In genere si comporta bene la Sicilia, con nove siti di prelievo che hanno evidenziato contaminazioni sui 17 presi in esame: che non sono pochi, ma la Sicilia è la seconda “meno contaminata”, mentre le situazioni più critiche si registrano in Liguria (8/8), Trentino Alto Adige (4/4), Valle d’Aosta (2/2), Veneto (19/20), Emilia Romagna (18/19), Calabria (12/13), Piemonte (26/29), Sardegna (11/13), Marche (10/12) e Toscana (25/31).
I PFAS, noti anche come “inquinanti eterni”, sono sostanze chimiche usate in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, che “si accumulano nell’ambiente e che sono da tempo associate a gravi rischi per la salute”, spiega Greenpeace. Secondo l’associazione ambientalista, “la nostra spedizione ”Acque senza Veleni”, che ha avuto luogo tra settembre e ottobre 2024 per verificare la contaminazione da PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) dell’acqua potabile in tutte le regioni d’Italia, è nata per rispondere alla crescente preoccupazione della popolazione e per sopperire alla mancanza di dati pubblici a riguardo”