MESSINA. “Io sono sicuro che i senatori che hanno sottoscritto l’interrogazione faranno i nomi di chi ha loro fornito queste errate informazioni. Io voglio i nomi, e se sono docenti di questa università ad aver armato la loro mano, questi nomi saranno resi noti”. E’ un Salvatore Cuzzocrea che scandisce bene le parole e sottolinea il concetto, quello che dall’aula magna del padiglione B del Policlinico si prende una buona mezz’ora per smontare, pezzo su pezzo, i rilievi sollevati in un’interpellanza parlamentare dai diciotto senatori del Movimento 5 stelle sui rapporti tra l’azienda ospedaliera universitaria ed il centro clinico di riabilitazione neurologica Nemo Sud.

“Ringrazio Pierpaolo Sileri (senatore dei 5 stelle primo firmatario dell’interpellanza), perchè mi consente di chiarire una volta per tutte: sarà mia cura andare a spiegare al Senato e in commissiona Sanità come stanno le cose, per chiudere definitivamente la questione”, ha tuonato Cuzzocrea, ribadendo sostanzialmente quello che in un documento firmato insieme al commissario del Policlinico Giuseppe Laganga aveva già spiegato due giorni fa con estrema dovizia di particolari.

Cuzzocrea parla molto chiaramente di attacchi politici: “Ho chiesto al senatore di conoscere quali informazioni non chiare abbiano avuto, perchè se i pazienti si vanno a curare a Messina e non vanno altrove è perchè hanno fiducia in quegli operatori sanitari, e nell’erogazione di servizi di qualità garantita dal Policlinico. Dico questo perchè sono un tecnico e non mi si consente nessun errore, non un politico“.

Non troppo diverso, nel tenore (non nei toni), l’intervento del commissario del Policlinico Giuseppe Laganga: “La fondazione Nemo Sud nasce da un intento comune tra i soggetti che hanno creduto nel progetto, e tra questi ci sono il Policlinico, l’università e le associazioni che lo compongono. Ritengo l’interpellanza un’occasione importante per fare chiarezza su aspetti burocratici e amministrativi: non gli esiti, quelli sono a conoscenza di tutti – ribadisce Laganga – Non solo non abbiamo trovato elementi di criticità, ma anzi un assoluto rispetto di norme e direttive: gli atti sono pubblici e ufficiali, esistono flussi e rendicontazioni di attività perchè il Policlinico è sottoposto al controllo dell’assessorato regionale alla Salute“, ha spiegato.

L’assessorato regionale alla Sanità,nel frattempo, si è messo in moto, chiedendo una relazione, “che già abbiamo predisposto – specifica Laganga – Se ci sono aggiustamenti da fare li faremo, ma che non si parli assolutamente di illegittimità“. Poi un’ulteriore precisazione sui costi: “Nella seconda convenzione del 2017 è previsto che il centro Nemo paghi un corrispettivo, e il Policlinico ha un margine di profitto rispetto ai costi di 900mila euro

Alla conferenza stampa ha partecipato, intervenendo per primo, anche Alberto Fontana, presidente di Aurora Onlus, fondazione che gestisce il centro Nemo Sud. “Era inipotizzabile affrontare nuovamente domande alle quali era già stata data risposta quando questo centro è stato inaugurato – ha esordito, piuttosto amareggiato. “L’interpellanza è perfettamente legittima, l’insinuazione no. Siamo stati costantemente chiamati per sei anni a rispondere, e abbiamo sempre risposto, non abbiamo sottratto a nessuno, ci siamo rivolti al soggetto pubblico e con esso abbiamo concordato tempi e modi, nella più ampia legittimità”, rimarca Fontana, che poi interviene a gamba tesa nella “parentopoli”

“Non è una colpa se il figlio (Gianluca Vita, neurologo del centro Nemo) ha gli stessi grant internazionali del padre (Giuseppe Vita, direttore dell’unità operativa complessa di Neurologia del Policlinico): non c’è nulla che abbia a che vedere col nepotismo nelle valutazioni che sono state fatte dalle associazioni, ma solo pubblicazioni: e non è una colpa, anzi è un merito, se la nostra fundraiser (Letizia Bucalo, moglie di Gianluca) è sul podio della classifica dei migliori in Italia. Siamo a parlare di cognomi mentre il merito si riconosce, e nella scienza le bugie hanno gambe corte”.

Quindi la dichiarazione d’intenti: Se qualcuno pensa che facciamo un passo indietro si sbaglia. “Dove vado domani a fare terapie innovative”. Non dovete andare al nord, come facevate prima di sei anni fa. Siamo uno dei pochi centri ad avere “sanità attiva”, vengono dalla Calabria e dalla Campania a curarsi qui. E i posti sono insufficienti rispetto alla domanda. Se siamo qui non è un caso”. Per ultimo, un chiarimento: Cosa ha di diverso il caso di Messina rispetto agli altri centri nemo Sud regolarmente ospitati da strutture ospedaliere pubbliche? Nessuno. Per questo non si capisce il significato e l’opportunità dell’interpellanza”.

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