di Andrea Denaro

MESSINA. Incomincia in salita l’avventura del team messinese “Stretto in carena”: l’organizzazione della “Motostudent” ha deciso di non cambiare il motore per l’edizione 2019/2020 mantenendo quello della competizione 2017/2018, che consegnerà solo fra un anno e che metterà in una posizione svantaggiosa i team nuovi, favorendo i vecchi che possiedono già il Know How” necessario dall’esperienza delle passate edizioni corse con lo stesso propulsore

L’obiettivo di ogni team universitario che partecipa alla competizione è quello di costruire una moto partendo da zero, ricevendo in dotazione solo il motore, i cerchioni, un set di gomme, le pinze e le pompe dei freni, partecipando, quindi, alla gara finale che si terrà ad Aragon, in Spagna, con un progetto quasi del tutto autofinanziato.

Il motore, quindi, sarà fornito dalla Ktm, “risultato il peggiore in termini di affidabilità in assoluto tra tutti quelli usati dagli organizzatori (basti pensare alla rottura del motore all’ultimo giro del team di Padova)”, spiega su Facebook il faculty advisor del gruppo messinese, il professore Giacomo Risitano.

Questo comporta una gara ‘impari’ – continua Risitano -, favorendo alcuni e penalizzando altri. Se poi, si considera che non c’è alcuna limitazione di budget, è inutile spiegare come la competizione sia più in salita per alcuni team il cui tessuto industriale non è specificatamente automotive e meno per altri avvantaggiati da sponsor blasonati”.

“Detto questo, il team che rappresento non si farà certo abbattere da condizioni sicuramente sfavorevoli come queste ed anzi, come è sempre stata natura del popolo siciliano, siamo sicuri che il successo che otterremo ad ottobre 2020 sarà ancora più ‘gustoso’ da assaporare“, conclude il faculty advisor, invitando i sostenitori del team a commentare il post Instagram e Facebook del profilo ufficiale della “Motostudent” con l’hashtag “#itisnotcorrect” come manifestazione di disappunto.

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