MESSINA. Dopo l’interpellanza parlamentare da parte di diciotto senatori del Movimento 5 stelle (nessuno messinese) sul Policlinico di Messina e sui rapporti col centro clinico di riabilitazione neurologica Nemo Sud,  che vi opera all’interno dal 2013 negli spazi del padiglione B concessi a titolo gratuito per trent’anni, arriva la risposta congiunta, come annunciato ieri, da parte del rettore dell’università di Messina Salvatore Cuzzocrea e del commissario del Policlinico Giuseppe Laganga.

La risposta, lunghissima e tecnicissima, si conclude con una forte dichiarazione d’intenti: “Vogliamo ribadire come questo progetto sia virtuoso e vada sostenuto nell’interesse dei pazienti e di tutta la collettività, poiché costituisce un indispensabile aiuto per coloro i quali sono affetti da patologie neuromuscolari, ai quali confermiamo la nostra piena vicinanza ed il nostro impegno a difesa dei lori diritti e dello loro aspettative”.

Nel dettaglio, Cuzzocrea e Laganga ricostruiscono la vicenda che i senatori sintetizzano in ““un centro privato di riabilitazione neurologica ha dunque sottratto spazi posti letto alla riabilitazione aziendale, e sottratto introiti alle stesse unità operative aziendali neurologia e malattie neuromuscolari”. “Non risulta che nel luglio del 2009, i vertici aziendali abbiano provveduto ad azzerare i 18 posti letto della riabilitazione aziendale, dal momento che con Delibera del Commissario Straordinario n° 417 del 29/04/2009, l’Azienda procedeva a effettuare una prima rimodulazione dell’assetto organizzativo dell’A.O.U. e che tale deliberazione prevedeva che nell’ambito del DAI di Medicine Specialistiche venisse attivata una U.O.C. di Medicina Fisica e Riabilitativa e Medicina dello Sport, dotata di 32 posti letto. Posti letto, tra l’altro, confermati nei successivi atti aziendali dell’AOU. Successivamente con DCS n° 705 del 04/08/2009, avente per oggetto “Attivazione dell’U.O.C. di Medicina Fisica e Riabilitativa e Medicina della Sport e collocazione dal DAI di Medicine Specialistiche al DAI di Neuroscienze”, la Direzione Strategica aziendale procedeva all’attivazione di n° 19 posti letto in regime ordinario”, scrivono rettore e commissario.

Sulla esistenza in vita stessa del centro Nemo Sud, Cuzzocrea e Laganga precisano rapporti col Policlinico e funzioni della struttura: “Tale Fondazione, con il suo personale, non rappresentava e non rappresenta un’esternalizzazione delle prestazioni, bensì un’integrazione del setting assistenziale all’interno dell’UOC di Neurologia e Malattie Neuromuscolari. Quello che è stato realizzato, quindi, è un servizio per il quale l’A.O.U. Policlinico “G. Martino” eroga, per il tramite della Fondazione, prestazioni assistenziali riabilitative (coerentemente con la programmazione regionale) puntualmente tracciate e verificate, ricevendo da parte dell’Assessorato regionale alla Salute i ricavi per dette prestazioni. Ciò, avendo avuto cura di individuare un apposito Centro di costo aziendale che permette di comunicare costantemente all’organo tutorio (l’Assessorato) la tipologia e il volume delle attività”.

Anche sui costi la replica all’interpellanza è piuttosto ricca di dettagli: “L’A.O.U. riconosce alla Fondazione il rimborso delle spese sostenute e dettagliatamente rendicontate, che sono al di sotto dei ricavi conseguiti. In occasione del rinnovo della convenzione, nel 2017, tali passaggi sono stati ovviamente ribaditi e ulteriormente precisati. La Fondazione, inoltre, finanzia e gestisce in proprio le attività non comprese nella convenzione, come ad esempio iniziative di solidarietà e ricerca.
Tutti gli atti, ovviamente, sono stati condivisi – ribadiamo – con l’Assessorato regionale, che ha in entrambi i casi (prima convenzione e successivo rinnovo) evidenziato la discrezionalità di scelta da parte dell’A.O.U. e sottolineato come non si tratti di un’esternalizzazione”.

Sl fatto che “su quale base si è provveduto al raddoppio dei posti letto, dei quali non c’è traccia né nella rete assistenziale regionale, nel decreto assessoriale 629/2017, nell’atto aziendale policlinico, ma anche quale provvedimento ufficiale della regione abbia mai autorizzato la prima assegnazione di posti letto pubblici al Nemo sud”, come scrivono i diciotto senatori (quesito sul quale LetteraEmme ha scovato ieri un parere che ricostruisce la questione e smentisce l’interpellanza),  i vertici di Università e Policlinico sostengono che “Tutti gli atti, ovviamente, sono stati condivisi – ribadiamo – con l’Assessorato regionale, che ha in entrambi i casi (prima convenzione e successivo rinnovo) evidenziato la discrezionalità di scelta da parte dell’A.O.U. e sottolineato come non si tratti di un’esternalizzazione. In particolare, nel 2017, in occasione del potenziamento dei posti letto, il Dipartimento competente dell’Assessorato ha scritto: “Quanto proposto risulta essere coerente con la programmazione regionale nonché con la previsione di posti letto di riabilitazione di cui al D.A. 629/2017”.”

Infine, la questione del mancato accreditamento della scuola di specializzazione: “Per ciò che concerne la Scuola di Specializzazione in Medicina fisica e riabilitativa, attivata sin dall’anno accademico 1995/1996, è stata sottoposta nell’anno accademico 2016/2017 a procedura di accreditamento secondo i nuovi criteri previsti dal decreto interministeriale n. 402 del 2017. L’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica nell’adunanza del 18 settembre 2017 ha valutato la scuola nei seguenti termini:

Favorevole all’accreditamento, in merito al raggiungimento degli standard e dei requisiti di tipo strutturale-assistenziale, sia per la struttura di sede che per l’intera rete formativa.

Non Favorevole all’accreditamento, in merito agli indicatori di performance delle capacità di ricerca del collegio dei docenti della scuola, verificati dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), in quanto ‘molto al di sotto’ della soglia minima richiesta.

La valutazione negativa di quest’ultimo criterio è stato determinante per il MIUR che con decreto direttoriale n. 2496 del 25 settembre 2017 ha statuito il non accreditamento della scuola di specializzazione in Medicina fisica e riabilitativa.
Posto che gli indicatori di performance ANVUR relativi al collegio della scuola (settore specifico di tipologia MED/34), sono rimasti invariati anche per i successivi anni accademici fino ad oggi, l’Ateneo non ha potuto sottoporre la scuola di specializzazione alle successive procedure di accreditamento 2017/2018 e 2018/2019″.

Dopo le risposte, Laganga e Cuzzocrea hanno fornito, ad adiuvandum, qualche numero sull’attività del Centro: “Dal 2013 ad oggi, sono stati effettuati 2.789 ricoveri in day hospital e 1.313 ricoveri ordinari. Complessivamente, sono state garantite 27.648 giornate di degenza, sia per riabilitazione neurologica, sia per pazienti ad alta criticità assistenziale. Con decreto 1117 del 2015, poi, l’Assessorato ha individuato il Policlinico-Centro Nemo Sud tra i tre Centri Esperti per la SLA in Sicilia. In aggiunta, nel 2017 (provvedimento n. 26) la Commissione PTORS dell’Assessorato regionale alla Salute ha individuato il Centro Nemo Sud presso l’A.O.U. tra i 5 centri nazionali per la prescrizione farmacologica del farmaco Spinraza, per il trattamento della SLA. Nel contempo, l’A.O.U. ha sempre garantito lo svolgimento di attività assistenziale dell’UOC di Medicina Fisica e Riabilitativa, confermandola – così come previsto dalla rete regionale – quale struttura complessa e, per ultimo, ha disposto nel maggio 2018 l’apertura di 8 nuovi posti letto di riabilitazione nella stessa UOC, oltre a quelli già utilizzati per Nemo Sud, a completamento della dotazione assegnata al Policlinico. L’esigenza di introdurre all’interno dell’ AOU un modello virtuoso, già attivo e operativo a Milano presso l’ospedale Niguarda, che garantisse la continuità assistenziale, terapeutica e riabilitativa in unità ad alta complessità assistenziale dei pazienti con gravi disabilità neuromotorie, quali la SLA, la SMA e le distrofie muscolari, nasce da una valutazione del tutto autonoma rispetto all’assetto organizzativo di cui sopra e dalla convinzione che si potesse replicare a Messina un modello capace di abbattere la mobilità passiva (cioè il numero di pazienti costretti ad emigrare per ricevere una prestazione sanitaria). Infatti, il centro Nemo di Milano erogava già allora prestazioni di eccellenza nel campo delle malattie neuromuscolari ed era meta di molti viaggi della speranza da parte di famiglie provenienti proprio dalla Sicilia e dalla Calabria”.

La prossima settimana, i senatori firmatari dell’interpellanza, i vertici dell’università di Messina, del Policlinico e del centro nemo Sud si incontreranno a Roma per dirimere ulteriormente la questione.

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