MESSINA. “Appare evidente che da più di un mese è in atto una campagna denigratoria e lesiva della mia immagine da parte di coloro che, per fini politici, intendono attaccare l’amministrazione comunale attraverso chi, come la scrivente, è ritenuto l’anello più debole per la sua inesperienza politica”. E’ con queste parole che Laura Tringali, l’assessora alla Scuola dell’amministrazione di Cateno De Luca, tira le somme nella relazione che gli era stata chiesta dal sindaco stesso, sulla sua festa di compleanno celebrata coi colleghi nell’istituto alberghiero Antonello, di cui è dirigente scolastica. Circostanza che Laura Tringali aveva spiegato ritenendo di non doversi giustificare di nulla.

Una vicenda che risale a poco più di un mese fa, che ha tenuto banco per qualche giorno, e che è arrivata alle carte bollate (con querela per diffamazione da parte dell’assessore nei confronti dei consiglieri comunali Salvatore Sorbello e Nino Interdonato). Una relazione corposissima, ben 85 pagine, in cui oltre a Tringali intervengono i Vigili urbani. Come sono andate le cose?

“Ho compreso che il personale si era organizzato per un augurio rivolto alla mia persona, ed ho quindi pensato di ricambiare tale gentilezza offrendo loro, in pausa pranzo, una colazione diversa, in sostituzione dell’ordinario panino che consumano in fretta ogni giorno”, ricostruisce l’assessora, ricordando la catena di eventi del 22 febbraio, giorno del suo compleanno. “Ho chiesto quindi al dipartimento di cucina di preparare qualcosa di semplice e veloce, data la brevità della pausa, aggiungendo una torta, provvedendo a versare immediatamente un acconto sulla mia prenotazione, riservandomi di saldare successivamente a conclusione di tutto e a conti fatti. Così in effetti è avvenuto come dimostrano i documenti di pagamento che allego alla presente”, scrive Laura Tringali: nella sua relazione, sono presenti una fattura da 50 euro e cinque scontrini (uno è ripetuto) da 30 euro ciascuno, per un totale di 200 euro (nella relazione della Polizia municipale sono riportati, non si sa perchè, 180 euro).

“Tale operazione è da ritenersi lecita ed è consentita, tenuto conto che la scuola opera anche come azienda didattica con produzione e vendita di prodotti quali catering, pasticceria, cucina da asporto, dolci periodici, per il quale l’eventuale ricavato viene nuovamente investito nella scuola stessa”, spiega preliminarmente la componente della giunta di De Luca, che precisa ulteriormente la sua posizione: “L’attività denunciata non rientra nell’accezione giuridica di assembramento, convivio, o riunione vietata ai sensi dei DPCM succedutisi ai fini del contenimento”, e sarebbe dunque “da inquadrarsi tra le attività didattiche e laboratoriali in atto ammesse“, è la sua spiegazione dell’accaduto.

Una versione, quella della dirigente scolastica dell’Antonello, sostanzialmente confermata dai sopralluoghi della Municipale, benchè con due annotazioni rilevanti. “Alla pausa pranzo, viene riferito, pare abbia preso parte lo staff di dirigenza costituito da 11 amministrativi e quattro docenti”, spiega la relazione: il pranzo si sarebbe tenuto in un ambiente che avrebbe potuto ospitare 30 persone nel rispetto delle misure anti-covid. Una circostanza, questa, sulla quale ci si deve basare sulla fiducia: “Non si è avuto modo di comprovare l’avvenuto svolgersi di una attività diversa da quella di una collegiale consumazione di un pasto durante la consueta quotidiana pausa pranzo”, e “non si è avuto modo di comprovare l’accusa dell’avvenuto svolgersi di un banchetto di festa abusiva tanto da ritenere molto più plausibile la tesi di un pranzo collettivo offerto dalla dirigente scolastica”, recita la relazione. “tuttavia ciò non esclude future attività laddove dovessero emergere circostanze oggettive che possono indurre lo scrivente ad una diversa valutazione del caso”, aggiunge la Polizia municipale. Perchè “il sistema di videosorveglianza dell’istituto è risultato non funzionante dal 4 dicembre 2020″. Per quanto riguarda l’eventuale violazione del dpcm, “non esistendo ci indizi diversi dalle vere dichiarazioni di stampa e articoli di giornali, non si è avuto modo di comprovare una illecita condotta da parte del dirigente scolastico e di altri partecipanti”.

Questo, però, secondo i Vigili urbani non scagiona completamente Laura Tringali. “Tuttavia, scanso di equivoci, l’assenza di una formale contestazione di illecito a carico del dirigente scolastico, non vuol dire che lo svolgersi dei fatti, così come narrato, è da ritenersi condiviso con lo scrivente, in quanto il DPCM attualmente in vigore specifica che al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi forma di aggregazione alternativa. Ecco perchè – continua il commissario Giovanni Giardina, coordinatore delle indagini – non è da escludere che, laddove fosse stato espletato un accertamento in flagranza dei fatti, questo avrebbe potuto comportare una diversa determinazione dell’accaduto rispetto alle valutazioni oggi adottate che, si ripete, sono state fatte da più intendimenti, giudizi soggettivi, e meri riscontri verbali”.

Tutto finito? No. Perchè, ricevuta la relazione, il sindaco Cateno De Luca l’ha trasmessa al consigliere comunale di Ora Sicilia Salvatore Sorbello, che ne aveva fatto esplicita richiesta, non rinunciando a una serie di velenose frecciatine: che il sindaco ha rispedito, con gli interessi, all’indirizzo del consigliere.

“Si rileva il tono denigratorio dell’interrogazione stessa per le modalità con le quali la stessa è stata articolata”. “La superiore domanda è stata posta con chiara finalità denigratoria”. “Il contenuto della sua interrogazione dimostra una scarsa conoscenza del ruolo e dei compiti della Polizia Municipale, finendo per scadere nella burla”, si legge in vari passaggi della risposta, che De Luca, e l’assessora con delega alla Polizia municipale Dafne Musolino hanno inoltrato a Sorbello (che in quanto consigliere comunale gode di ampi poteri di indagine).

Per De Luca e Musolino, comunque, l’incidente è chiuso: i due sposano la tesi della relazione della Polizia Municipale, e cioè che “non si è avuto modo di comprovare l’avvenuto svolgersi di un’attività diversa da quella di una collegiale consumazione di un pasto durante la consueta e quotidiana pausa pranzo”, ed ancora, “non si è avuto modo di comprovare l’accusa dello svolgersi di un banchetto o di una festa abusiva tanto da ritenere ben più plausibile la tesi di un pranzo collettivo offerto dalla dirigente scolastica“. In nessuna parte della risposta di sindaco e assessora si fa riferimento alle perplessità di Giardina riguardo al rispetto di quanto imposto dal dpcm (all’epoca la Sicilia era in zona gialla).

In conclusione, la relazione dei Vigili urbani si spinge a considerazioni politiche (che De Luca e Musolino dimostrano di condividere in pieno), “ove si è inteso, correttamente ad avviso degli scriventi, stigmatizzare le sue (di Sorbello, ndr) dichiarazioni”, scrivono. “Proprio per l’imparzialità e l’asettica disamina della questione svolta, si ritiene altresì di dover riporre personali contestazioni sullo sterile tentativo da parte del consigliere comunale Salvatore Sorbello di dare una certa pressione allo scrivente, ipotizzando insabbiamenti e pronunciando proprie opinabili sentenze che, sebbene non hanno comportato in alcun modo turbamenti sulla valutazione del caso, evidenziano un chiaro tentativo di utilizzare lo scrivente per ritenuti fini politici“.

Infine, da parte di De Luca e Musolino, una dichiarazione indiretta di assoluta fiducia nella ricostruzione dei fatti di Laura Tringali: “Ci faremo noi stessi promotori della trasmissione della relazione della polizia municipale alla Procura della Repubblica, affinché valuti se ricorrono estremi di reato nella condotta posta in essere dall’assessore Laura Tringali”

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