MESSINA – “L’anello più debole siamo noi”, ha sottolineato il coordinatore dei presidenti di sezione di Messina, Enzo Palana che già nel pomeriggio aveva lanciato l’allarme sul rallentamento dello spoglio: “Su 29 liste, ci sono altrettanti rappresentanti che si battono per ogni voto, per 893 candidati: terminare consiglio e sindaco entro le tre sarà un’impresa”.

Operazioni elettorali che risentiranno, secondo i presidenti di sezione messinesi, di una mole di lavoro notevole e compressa in poco tempo: “Una grave disorganizzazione che ricade soprattutto sul nostro lavoro. – continua Palana -. A Messina, per esempio, ci sono 1700 candidati, contando anche i quartieri, compilare verbali e tabelle con tutti i loro nomi in un giorno era impossibile. Abbiamo protestato e ottenuto che almeno i verbali fossero compilati e di poter iniziare il lavoro di sabato, pur sempre per la stessa cifra che è forfaittaria. Abbiano iniziato, ieri (sabato, ndr), per fortuna, ma ci ritroviamo a compilare le tabelle, perché la prefettura si è opposta a fare apporre gli adesivi, già pronti, con i nominativi. Un lavoro di compilazione ripetuto almeno dieci volte che aggrava il peso di lavoro e non ci lascia molto tempo a disposizione per organizzare il lavoro”.

E non solo: “La percentuale di voto disgiunto rispetto al sindaco – ha continuato il coordinatore dei presidenti di sezione – per come sono elaborate le tabelle, dovremo calcolarla ripetendo il conteggio”.

In una città con 893 candidati al consiglio e 29 liste presentate era già prevedibile uno spoglio lento: “Nella mia sezione, la 179, di San Francesco, ho già registrato 26 rappresentanti, senza contare i supplenti: è facile prevedere un’operazione di spoglio perlomeno rallentata. Dovremo finire per legge alle 3 il consiglio e il sindaco ma sarà molto dura, non a casa il 50 per cento dei presidenti più esperti ha dato forfait, ma il problema è anche che la legge prevede che subentri sempre il membro più anziano: qualcosa così non va e certamente col nostro gruppo di avvocati ci batteremo perché cambi, perché poi la responsabilità che ricade sulle nostre spalle è molto alta, non chiediamo che una migliore organizzazione e un carico di lavoro equamente distribuito”.

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