Una nuova generazione che aveva preso il controllo di una fetta del mercato della droga a Messina. I quartieri della zona sud erano le maggiori piazze dello spaccio del gruppo smantellato dai carabinieri con l’operazione “Doppia Sponda” sfociata nell’esecuzione di 17 misure cautelari, altre due persone sono irreperibili. Scoperte due organizzazione dedite allo spaccio di stupefacenti che si approvigionavano nella zona di Catania e in Calabria .

L’operazione scaturisce da un’indagine avviata nel 2013 dai carabinieri del Nucleo investigativo e coordinata dal sostituto della Dda Maria Pellegrino. L’attenzione si è rivolta su due gruppi, che si sarebbero succeduti nel tempo, riconducibili a Marco D’Angelo, 29 anni e Maurizio Calabrò, 38 anni. Quest’ultimo sarebbe stato in grado di impartire , anche dal carcere , le disposizioni per la gestione delle attività del traffico di droga . Le indagini sono cominciate dopo l’arresto di uno spacciatore che a marzo 2013 è stato trovato in possesso di oltre un chilo di marijuana.Dalle indagini è emerso che Calabrò si preoccupava di reperire la droga attraverso canali in Calabria e con il catanese Sebastiano Sardo.

Un legame strettissimo con questo tanto che Calabrò si era tatuato sul braccio il nome di Sardo e tra di loro si scambiano da dietro le sbarre comunicazioni e messaggi. Dopo l’arresto di Calabrò, a luglio 2013 , trovato con un ingente quantitativo di droga , la gestione del gruppo, secondo gli investigatori, passa a Giuseppe Valenti ma cominciano a sorgere problemi con gli altri sodali anche perché non ha lo stesso controllo e carisma. Per gli investigatori questa situazione favorisce l’ascesa di Marco D’Angelo che modifica il metodo di spaccio e si affida ad uno stretto numero di complici: stabilisce delle regole nella gestione, fissa gli incontri con i pusher a casa di notte con la massima cautela, il venerdì è il giorno fissato per la riscossione degli introiti. D’Angelo annotava tutto su un taccuino , una sorta di libro mastro che è stato trovato dai carabinieri. Un giro d’affari vasto secondo i carabinieri di circa 23-24mila euro in circa 15 giorni. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno sequestrato anche un fucile calibro12. «Un’attività di spaccio e smercio che era trasversale – afferma il colonnello Jacopo Mannucci Benincasa, comandante provinciale dei carabinieri –  si tratta di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana importata tanto dall’altra dello Stretto che dal centro etneo da qui il nome dell’operazione Doppia sponda di approvvigionamento dello stupefacente , un’organizzazione che aveva il monopolio in numerosi quartieri cittadini e sulla fascia jonica».

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