MESSINA. «Non possiamo aprire i battenti se non abbiamo la garanzia di poter soddisfare le condizioni igienico sanitarie dei nostri studenti». È la preoccupazione manifestata una settimana fa dal dirigente scolastico del Liceo Seguenza Lilia Leonardi, ma che accomuna un po’ tutti i dirigenti che ormai da qualche giorno sono alle prese con i preparativi per la riapertura delle scuole in una città che da settimane affronta la crisi idrica con un piano che divide le zone critiche in A e B e con l’amministrazione che, all’ultima conferenza stampa, ha disposto nei confronti delle scuole la priorità degli interventi con le autobotti.

Qualche giorno fa l’interrogazione del consigliere comunale di Ora Sicilia Giandomenico La Fauci aveva sollevato una questione a cui il Comune di Messina aveva già posto l’attenzione: mentre l’esponente del civico consesso chiedeva cosa sarebbe successo con l’apertura delle scuole e avanzava la proposta di posticipare l’avvio dell’anno scolastico qualora “non fosse possibile garantire misure d’emergenza adeguate” (qui l’articolo), l’Amministrazione aveva già avviato un censimento per aggiornare i dati sui serbatoi delle scuole messinesi, come ha spiegato l’assessore Francesco Caminiti. Il risultato? Ogni scuola ha i serbatoi (chi più grandi e chi più piccoli), tranne qualcuna in zona sud, «dove però il problema non si pone perché hanno l’acqua h24», ha spiegato Caminiti, aggiungendo che al momento si stanno verificando i vari allacci ai serbatoi per poter essere pronti ad intervenire durante l’anno scolastico. Secondo Caminiti, comunque, con i nuovi allacci e con le autobotti il problema e le preoccupazioni manifestate dai vari dirigenti dovrebbero venire superate.

Quali sono queste preoccupazioni? Più che altro dubbi legati alle incognite e alle variabili, come la quantità di acqua erogata giornalmente, il caldo e il numero di alunni. «È impossibile prevedere se l’acqua basterà a riempire i serbatoi e quanto si riempiranno», dicono un po’ tutti. E, infatti, la domanda che va per la maggiore è proprio quanta acqua si riuscirà ad immagazzinare (e dipende dalla quantità e dalla frequenza dell’erogazione). «Noi abbiamo 6 serbatoi alla sede centrale e 2 alle Ancelle Riparatrici, da 3mila litri ognuno. Il problema è riempirli. L’anno scorso, con la riduzione dell’acqua ogni venerdì, siamo riusciti a tamponare, ma quest’anno bisogna capire quanta acqua arriverà e quanti serbatoi riusciremo a sfruttare. Non possiamo aprire la scuola se non abbiamo la garanzia di poter soddisfare il fabbisogno di 1.200 studenti. Il 12 settembre il Seguenza apre, ma dobbiamo avere delle certezze». Anche perché, come spiegato dal dirigente dell’Istituto Comprensivo “Boer – Verona Trento” Santo Longo (che vanta 3 serbatoi alla sede di via XXIV Maggio e 3 in quella di via Sant’Orsola, da 5mila litri l’uno), «è necessaria una quantità coerente con i fabbisogni giornalieri. Il diritto allo studio prevede una precondizione: servizi accessibili a chiunque, qualora non sia così non si può aprire».

E la preside del Liceo Archimede, Laura Cappuccio, evidenzia come la disponibilità del serbatoi ci sia: «Fino a questo momento l’acqua arriva ed è sufficiente, sia al plesso centrale che nella sede distaccata del San Luigi. Abbiamo cambiato di recente il nostro serbatoio e anche il motorino, quindi da questo punto di vista siamo tranquilli. Cosa succederà nel momento in cui apriremo la scuola e tutti gli studenti riprenderanno le lezioni, non lo so dire».

«Con i serbatoi pensiamo di poter gestire quanto meno la mattinata, ma solo se poi l’acqua torna a riempire le cisterne. Se l’afflusso si interrompe per più di un giorno comincia a diventare difficoltoso garantire l’approvvigionamento», spiegano dalla segreteria del liceo La Farina – Basile, che però si riservano sull’orario pomeridiano, di cui sono particolarmente preoccupati al Comprensivo Paradiso: «Nella nostra settimana c’è anche attività il pomeriggio, sia per l’infanzia, che per la primaria, che per l’indirizzo musicale. Potremo comprendere meglio la nostra situazione solo quando entreremo a pieno regime. In questo momento non si può dire se alle 4 del pomeriggio avremo acqua sufficiente a soddisfare il fabbisogno della popolazione studentesca».

Altri istituti, invece, come la Elio Vittorini (che vanta tre plessi tutti all’Annunziata), non sembrano preoccupati perché rassicurati dall’Amministrazione comunale: «Abbiamo i serbatoi in tutti i plessi – spiegano dalla scuola – Un ingegnere è venuto l’altro giorno per fare un monitoraggio delle nostre cisterne e ci hanno detto che qualora non dovessimo avere acqua dovremo chiamarli per farli riempire. Praticamente il sopralluogo aveva la finalità di poter intervenire prontamente con le autobotti». E così la pensa anche Laura Tringali, ex assessore della Giunta De Luca e dirigente scolastico dell’IIS Antonello, l’alberghiero sul viale Giostra: «Siamo preoccupati perché lo scorso anno è successo che siamo dovuti ricorrere alla città metropolitana o l’Amam, ma quando richiesto abbiamo avuto sempre una risposta abbastanza veloce e il problema è stato risolto in tempi brevi».

Sempre in zona Nord, forse quella più “problematica” dal punto di vista della crisi idrica, il Comprensivo Evemero da Messina (che vanta dieci plessi sparsi tra Sant’Agata, Faro Superiore, Sperone, Torre Faro e Ganzirri), manifesta le solite preoccupazioni: «Tutti i nostri dieci plessi sono forniti di serbatoi. Qualcuno più piccolo è stato anche sostituito l’anno scorso. Se l’acqua viene erogata e i serbatoi si riempiono non avremo problemi, in caso contrario allora non riusciremmo a fornire l’acqua».

Dubbi e domande, quelli posti dai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi e superiori, condivisi anche negli asili, la cui apertura avverrà il 2 settembre. La scuola dell’infanzia Sorriso dei bimbi (di via Garibaldi e via Antonio Maria Jaci), racconta di due sole situazioni problematiche accadute l’anno scorso, gestite grazie ai due serbatoi condominiali (anche se una volta dicono di aver dovuto chiudere prima). All’asilo Patapuffete di viale Principe Umberto, invece, i due serbatoi da 500 litri fanno preoccupare lo staff: «Al momento si svuotano facilmente, perché stiamo pulendo. Non sappiamo cosa succederà poi». La scuola paritaria Magicabula, in via Catania, invece, spiega come nell’ultimo periodo dello scorso anno qualche problema ci fosse stato, ma essendo in affitto al Collereale avevano risolto usufruendo del loro serbatoio. Anche per loro l’incognita è capire quale sarà la situazione a settembre.

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