MESSINA. “La mia categoria non mi rappresenta e io non posso che dissentire rifiutandomi di appartenervi. Per questo scelgo di cancellarmi dall’ordine professionale dopo quasi 20 anni (lo sarebbero stati nel 2026) di iscrizione”. A scriverlo è Venera Leto, già componente del consiglio dell’ordine degli architetti di Messina, in una lettera aperta nella quale prende le distanze dall’ordine professionale al quale appartiene. L’oggetto del contendere? Il ponte sullo Stretto, e in particolare le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dal presidente Pino Falzea, che ha detto la sua sull’opera infrastrutturale, sul ruolo delle istituzioni e sull’eterno dibattito in corso.
Di seguito la lettera integrale:
Dopo le dichiarazioni del Presidente dell’ordine degli Architetti in nome della categoria a proposito del ponte sullo Stretto mi sono profondamente interrogata sul mio essere architetto ed esserlo qui in questa città. “Le proteste le lasciamo agli altri” esordisce il Presidente, sottolineando il ruolo istituzionale: ma agli altri chi? Chi se non gli architetti dovrebbero protestare contro un’opera così fuori contesto rispetto al nostro territorio, un’opera così devastante rispetto al paesaggio e così distratta rispetto ai già fragili equilibri ambientali e sociali? Io sono un architetto e le proteste non le lascio agli altri proprio perché ho la sensibilità, la cultura e le competenze per comprendere l’entità dello scempio che si sta perpetrando ai danni della città. Della mia città.
Non è forse il ruolo dell’architetto quello di ascoltare i bisogni di una comunità e farsene portavoce trasformandoli in realtà? Non dovremmo forse rivedere il ruolo ormai più che anacronistico dell’archistar e abbandonare definitivamente le grandi opere per ritornare ad un’architettura più semplice ed a volte anche immateriale? Non dovremmo piuttosto mettere in pratica la partecipazione sociale rafforzando le reti e le relazioni? Non dovremmo essere facilitatori per una cittadinanza attiva e educarla a prendersi cura dei luoghi e dei suoi paesaggi? Non dovremmo smettere di costruire in una città già sovracementificata? Non dovremmo piuttosto potenziare le infrastrutture carenti da quelle idriche ai trasporti? Non dovremmo valorizzare e creare spazi verdi e recuperare l’esistente? Questo dovrebbe fare un architetto in una città come Messina e, sicuramente a mio avviso, non appoggiare il ponte e le opere ad esso connesse.
Dolorosa la sensazione che in questo sperpero di denaro pubblico che sta avvenendo ormai da decenni la mia categoria speri di accaparrarsi qualche spicciolo. Cantieri, opere collaterali, subappalti: purtroppo è questa “l’unica opportunità” che mi viene in mente. Una promessa di lavoro per un mestiere ormai umiliato e svilito ancora spauracchio del colore politico.
L’istituzione deve rappresentare l’interesse di categoria, ma anche la professionalità e la dignità di quest’ultima. E io quel dovere istituzionale lo conosco da vicino perché per 5 anni sono stata Consigliere dell’Ordine e anche per questo sento l’urgenza di assumere una posizione.
Le affermazioni a favore del ponte per me rappresentano un’ulteriore umiliazione: La mia categoria non mi rappresenta e io non posso che dissentire rifiutandomi di appartenervi. Per questo scelgo di cancellarmi dall’ordine professionale dopo quasi 20 anni (lo sarebbero stati nel 2026) di iscrizione: perché ho una dignità professionale e una responsabilità morale nei confronti di questa città e del futuro di questa città.
Confido che queste mie riflessioni siano esempio o almeno oggetto di riflessioni per altri e concludo citando le parole di Lèon Krier: “Proprio perché sono architetto non costruisco”.
Nella foto di copertina, una simulazione del cantiere del ponte sullo Stretto realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale da Roberto De Domenico
Bellissima lettera, grazie Architetto. Spero che il suo gesto diventi l’innesco di un serio e definitivo ripensamento istituzionale sull’opera. Domenico.
Non sono un messinese, ma un geometra in pensione di Oria in provincia di Brindisi. L’anno scorso, settembre 2023, sono stato in lungo giro e per la prima volta in Sicilia, l’ho trovata molto bella ed interessante per molti aspetti, alcuni incuria, ma è stato un bellissimo viaggio. In tutti i posti dove sono stato da Palermo, Trapani, Monreale, Erice, la Valle dei Templi di Agrigento, Piazza Armerina e la sua stupenda Villa Romana, nonché Ortigia, Siracusa, Catania Taormina e un po’ Messina. Tutte le persone che ho incontrato per lo più proprio siciliane, anche alcuni miei parenti, mi hanno… Leggi tutto »
Non sono un architetto ,ma una persona sensibile alle bellezze del meridione e mi faccio tante domande:perché vogliono a tutti i costi fare uno scempio così enorme? Perché ora governa la nostra Nazione la destra??Perché lo vuole Salvini??
Come me tantissime persone,amiche,parenti, si augurano che tutto cecada come successe quando c’era Berlusconi
Amelia
Perché si fa il Ponte? Perché era nel programma del governo che è stato democraticamente scelto dagli italiani. Se non le piace se ne faccia una ragione assieme alle sue amiche e ai suoi parenti.
No. Perché era nei programmi megalomani di un certo Matteo Salvini teso ad apparire e trovare occasioni di essere al centro del palcoscenico. Sono in Lombardia e ho 71 anni. So di chi è cosa parlo. Non voto dal 1985 evitate etichette. Brava Venera. Ma.non condivido le sue dimissioni.
Dopo aver letto lo scritto dell’architetta e le sue conclusioni mi sono reso conto che già il Ponte comincia a dare effetti positivi.
Non la conosco ma la ammiro, grazie a nome di Messina e di quanti hanno Messina nel ❤️
Finalmente leggo una opinione sana, competente e non faziosa, di una architetta che, oltre alla enormità del manufatto, legge e bene, l’enormita’ dello scempio che sarebbe perpetrato ai danni della città intera( non dimentichiamo che tale scempio coinvolgerebbe anche villa S. Giovanni). Per comprendere il quadro sarebbe utile una simulazione di Tutti i cantieri.
E che vuole dire? Che uno è un vero architetto solo se è contrario al Ponte di Messina o Ponte sullo Stretto? 🤣🤣🤣🤣
Brava finalmente una voce chiara e sicura contro lo scempio del secolo.
Un’altra persona che pensa che il ponte distrugge la città.. Come si fa a dire una cosa del genere su una città che è già morta. Possibile che con tutti sti cervelloni e lauree pensate solo a voi stessi? Non fare il ponte non significa salvaguardare la città ma portala più in giù.. Pur Messina confronto ad altre città vive soltanto di edilizia e niente altro.. Il ponte lavoro investimento.
Una mia riflessione che a molti non piacerà e sicuramente mi criticheranno ma credo che ognuno abbia la propria opinione.. Quando a Messina non vedete girare quei grossi camion vuol dire che è ferma.. L’economia a Messina è morta da anni Messina se così si vuol dire vive solamente di quei posti statali e pensionati.. Ma non vedete quanti giovani vanno a lavorare fuori? Nessuno investe su Messina
Mi dispiace per l’architetto ma non credo che per non volere un’opera del genere debba lasciare la sua posizione.. Mi dispiace che essendo un architetto non vede il bene e tutto quello che c’è intorno a questa opera.. Si questo proprio mi dispiace molto perché lei dovrebbe vedere più degli altri il bene il lavoro che porterà questa mega opera.. Mi dispiace tanto
Condivido ogni singola parola del suo pensare . È nata forse oggi una speranza di vero progresso .
Siamo troppi e tanti iscritti non esercitano la professione, ma vivono di idee ottuse e pregiudizi che impediscono l’evoluzione dei territori. Il ruolo dell’Architetto è legato alla necessità di trovare il giusto linguaggio utile a inserire coerentemente l’opera all’interno del paesaggio e ambiente.
Complimenti a Venera! Una volta mi sono trovato all’Ordine ad anche io e, unico contrario al ponte tra i presenti (una ventina di colleghi), mi sono interrogato sul fatto che la capacità di immaginare lo scempio che ne deriverà non è di tutti….
Chapeau
Una architetta con le palle.
Spero che ne siano altri.
Una lettera incommentabile. Per fortuna ci sono anche gli ingegneri e le imprese con coraggio. Ci sono migliaia e migliaia di ponti meno ambiziosi che da anni sono lo specchio e il vanto dei luoghi che li ospitano.
Concordo pienamente e, come architetto, rimango MOLTO delusa come non ci sia, da parte degli Ordini, una opposizione alla scempio di fronte a parchi eolici e fotovoltaici in mano a sporche speculazioni e intrighi di palazzo. La parola ECOSOSTENIBILE sta giustificando qualsiasi attività che contiene questa parola, a fronte di una società consumistica con un’economia tutt’altro che sostenibile
Io, invece, non credo che sua spinta da vero amore per la professione e per Messina. Nessuna opera importante si può fare senza creare cantieri ed, ovviamente, problemi di comunicazione alla collettività. Se ka signora architetta è contraria all’opera, non occorre che faccia scalpore o che sbandieri ai quattro venti le sue decisioni. Tanto l’opera è più importante della sua cancellazione.
Mi trovo perfettamente d accordo con la collega, molti di noi architetti e non , dovremmo avere il coraggio spinto dal buon senso che ha la collega….
Ritengo che le considerazioni espresse siano sacrosante e perfettamente appropriate e mi vergogno solo al pensare che ci siano politicanti e fiancheggiatori che spingono a vario interesse, alla realizzazione di un’opera costosa, inutile, devastante per il territorio il cui costo potrebbe veramente risolvere i problemi di infrastrutture e dissesto del territorio.