MESSINA. E’ terminato, senza che se ne fosse accorto nessuno (a testimonianza dell’irrilevanza della cosa), quello che sembrava il tema più importante legato alla crisi idrica messinese, l’affaire “acqua a Taormina”. Da qualche giorno è stato chiuso il bypass di Taormina grazie al quale Siciliacque veicolava al centro ionico, tramite la rete dell’Amam, i 12 litri di acqua al secondo che venivano restituiti all’acquedotto cittadino trenta km dopo (“vettoriamento”, in termini tecnici). Il bypass è stato chiuso gli ultimi giorni di agosto, e già da qualche giorno i litri “vettoriati” non erano 12 ma circa 8, ma gli effetti benefici sulla crisi idrica messinese sono stati nulli, (12 litri al secondo sono l’1,2% della portata dell’acqua che arriva normalmente a Messina, mille litri al secondo, e poco più del 2% di quella che arrivava in questa estate, 600 litri al secondo), a riprova del fatto che la questione era molto politica e per nulla tecnica. E come tale è stata trattata nelle reazioni.

La circostanza è stata accolta come una vittoria da Dafne Musolino, senatrice di Italia Viva che per tutta l’estate aveva puntato la lente (e calcato la mano) sulla circostanza: “L’acqua dei messinesi torna a Messina. Anche se la notizia ancora non è ufficiale, possiamo dire che finalmente è stato chiuso il by pass (che mai doveva essere stato aperto) che cedeva acqua a Taormina. Stiamo parlando di quel “vettoriamento” inventato per giustificare che Messina dava la sua acqua a Taormina mentre la città era senz’acqua creando innumerevoli disagi ai cittadini, “vettoriamento” mai approvato dal Consiglio Comunale di Messina che si è lasciato scavalcare dal sindaco di Taormina, un’altra città, una cosa inaudita e mai vista nella storia dei comuni italiani. Ora mi aspetto che i consiglieri di Messina chiedano l’accesso a tutti gli atti che hanno riguardato la questione e facciano chiarezza su un’altra barbarie amministrativa in quanto l’Amam nasce per servire Messina e non Taormina”.

Ovviamente, a stretto giro di posta è arrivata la risposta di Cateno De Luca, sindaco di Taormina, della cui amministrazione, quando sindaco lo era di Messina, Dafne Musolino faceva parte. Circostanza su cui De Luca stuzzica Musolino quando ricorda che “A qualcuno ancora sfugge che Taormina da oltre vent’anni usufruiva del soccorso estivo di circa 8/ls da parte di Amam. Lo abbiamo ripetuto fino alla nausea e continueremo a ripeterlo: a rifornire Taormina è stata Siciliacque come da convenzione. Acqua pagata da Taormina e destinata per contratto di fornitura a Taormina. Chiunque ancora oggi si ostini ad affermare il contrario lo fa esclusivamente in mala fede e con dolo a danno della collettività e della verità”.

Sulla questione, per ultimo, si è espresso anche il sindaco di Messina Federico Basile, che non è entrato nello specifico della querelle, ma ha rivolto a Dafne Musolino “l’invito ad un confronto diretto su questo tema, cosi come su altri temi”.

Terminata la cessione dell’acqua a Taormina è finita anche l’emergenza idrica? Ovviamente no: l’attivazione dei pozzi di Briga e Mili ha solo marginalmente migliorato la situazione, e le recenti piogge hanno dato un minimo di sollievo alle falde acquifere e alle fonti sorgive, ma niente che possa dirsi risolutivo. In città non c ‘è più la zonizzazione dell’erogazione per i quartieri che da sempre soffrono la penuria d’acqua (dovuta alla rete, non a quanta acqua arriva in città), ma gli stessi quartieri continuano a soffrire poca pressione e scarsa portata, e l’erogazione è ferma a poche ore al giorno.
E nulla di tutto questo ha a che vedere con Taormina, ma con una rete che perde il 53% dell’acqua, i tempi lenti nei progetti di rifacimento delle reti cittadine finanziati col Pnnr, e soprattutto la folle distribuzione dell’acqua in città, per cui ci sono zone che hanno h 24 e hanno continuato ad avere un’erogazione h 24 anche durante la crisi, e altre zone (le solite, rione Ogliastri, San Licandro, quartiere Lombardo, Faro, Mortelle, San Saba, ma anche Montepiselli, Noviziato Casazza, parte del viale regina Margherita e di recente anche alcune zone dei villaggi in zona sud)) che normalmente hanno cinque ore d’acqua al giorno, e per due mesi hanno avuto acqua h0, per cui i serbatoi e gli ultimi piani non ricevono portata e pressione adeguata, e per rifornirsi hanno bisogno delle autobotti.

 

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