Guai a chi me la tocca

 

Posto che il messinese in ferie non va in posti di mare, perché di mare come al Pilone non ce n’è, in genere la sua vacanza si concentra in musei, lunghe passeggiate, monumenti, isole pedonali, posticini caratteristici: tutto quello che, nei confini locali, non solo non farebbe mai, ma spesso schifa come la peste.

E infatti, quando è in vacanza, è tutto un recriminare su quanto sia delizioso questo e spettacolare quello, e come sarebbe bello se anche a Messina ci fosse un posticino così, e invece no, “a Messina non c’è nenti”: concetto che si sente in dovere di ripetere over and over, a tutti gli interlocutori, specie se non messinesi.

Però.

Guai se è qualcuno a farglielo notare PRIMA che lo abbia fatto lui. Cioè, al messinese Messina non gliela devi toccare nemmeno per scherzo, che sennò diventa una furia. Lui può, tu no, se non sei nato in quel lembo di terra stretto tra Scaletta e Villafranca. Se lo fai, il messinese è disposto a rispolverare l’antico spirito che fu dei Lanzichenecchi, incurante del fatto che lui per primo denigra, minimizza, presenta in maniera catastrofica il posto in cui vive e del quale ha probabilmente contribuito a fare carne di porco. Ma lui può. E tu no.

Perchè Messina è come la mamma. Non sarà stata esattamente una Montessori dal punto di vista educativo, di possibilità non ne ha mai date molte, è sporca, sciatta e molesta quando invece potrebbe essere una gran dama, ha dato alla luce una prole disastrosamente inadeguata. Ma la mamma è sempre la mamma. E guai a chi la tocca.

 

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