MESSINA. La querela depositata dal segretario generale della Uil Ivan Tripodi per diffamazione avrebbe potuto suggerire maggior cautela nelle parole di Cateno De Luca, destinatario della denuncia. Il sindaco di Messina, invece, non solo non “lascia”, ma raddoppia. In un post sulla sua pagina Facebook, infatti, De Luca non solo non arretra di un millimetro, ma getta il guanto di sfida a Tripodi (ed a Giovanni Mastroeni della Cgil, querelante anch’egli).

“Leggiamo l’ennesimo comunicato stampa in merito alle querele che CGIL e UIL avrebbero depositato nei confronti del Sindaco della città di Messina per aver avuto il coraggio di rendere pubblico il verminaio scoperchiato a Palazzo Zanca e nelle partecipate municipali. Sarà interessante nelle aule di tribunale definire i confini della legittima attività sindacale rispetto a dove invece inizia la vera e propria connivenza finalizzata allo sperpero del denaro pubblico”, esordisce De Luca, prima di prendere il largo.

“Non temo nè le minacce nè le querele, essendo ormai determinato a riportare alla normalità i rapporti tra il palazzo municipale ed il resto del mondo compreso le organizzazioni sindacali. Coerenza impone che CGIL e UIL ritirino dai tavoli di concertazione e di contrattazione le proprie delegazioni trattanti essendo tutte riconducibili all’azione del sindaco De Luca e della sua giunta. Mi aspetto almeno questo gesto di coerenza onde evitare che la gente possa pensare che questa vicenda possa assumere sempre più le sembianze dei cosiddetti “ladri di Pisa” che di giorno litigavano e di notte andavano a rubare assieme”, rincara la dose il sindaco.

“Nonostante il clima di caccia all’uomo ed alle falsità cosparse da CGIL e UIL nel mese di ottobre – continua De Luca – con il fallito sciopero generale che ha registrato la partecipazione di appena 500 persone (compresi parenti e conniventi politici ed altri con permesso retribuito), il sindaco di Messina li ha sempre invitati ai tavoli unitamente alle altre organizzazioni sindacali che hanno dimostrato grande senso di responsabilità. Ciò dimostra che il Sindaco di Messina non teme il confronto/scontro democratico ma è allergico ai farisei di professione che vestono vari panni in relazione alla parte che devono recitare contro gli interessi della collettività”.

“Ho ricevuto la solidarietà di molti iscritti e di numerosi quadri di CGIL e UIL a conferma che non è una questione di sigle ma di veri uomini e vere donne. Può essere che gli attuali segretari generali della CGIL e UIL di Messina non siamo all’altezza di rappresentare la nobile storia di queste organizzazioni sindacali e non sarà il Tribunale penale a stabilire tutto questo ma l’inesorabile Tribunale della Storia che in primo grado ha già dato torto marcio al buon Mastroeni ed al buon Tripodi. Anche a loro auguro di iniziare il 2019 con meno acredine e con più senso del bene comune”, conclude Cateno De Luca.

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