Le fantasie di Calimero

 

C’è stato un periodo, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, in cui a Messina si suonava. Si suonava parecchio. Per chi lo faceva, le mete obbligate erano due. La sera tardi, fino alla mattina presto, all’Otis, spesso ad imparare quello che si era provato dal pomeriggio presto a metà serata alle Fantasie di Calimero.

Chiunque avesse velleità artistiche, meglio se rumorose, è lì che si ritrovava. Ed è lì che ritrovava chi aveva le stesse ambizioni. Le Fantasie di Calimero non era solo una sala prove, era un mondo che girava intorno al proprietario, Camillo, che non solo ha dato la possibilità a decine di squattrinati gruppi di imparare a creare musica, ma li ha svezzati, li ha registrati, li ha cazziati e li ha persino nutriti, dato che nell’ambiente sopra la sala prove, ricavata in un seminterrato, Camillo ci abitava. E infatti, insonorizzazione diciamo approssimativa faceva sì che, pena agguati da parte del vicinato, alle 22 in punto la musica dovesse improcrastinabilmente terminare, non importava quale capolavoro si stesse creando.

Un’anonima bottega in via Cavalieri della Stella, per un’intera generazione di musicisti in erba è stato l’equivalente del cavern Club di Liverpool, della cantina di via De’ Bardi di Firenze e degli studi Electric Ladyland studios di New York. Un mondo in cui ci si incontrava, ci si scambiavano idee, pensieri, strumenti, si stringevano amicizie, si imparava a suonare, nascevano e morivano gruppi che inevitabilmente alimentavano una “scena” coesa (una delle poche che ci sia mai stata in città), e si ritrovavano a calcare gli stessi palchi, in una concorrenza felice che all’epoca ha prodotto veri e propri gioielli musicali.

Tutto sotto lo sguardo vigile, e cazziatorio, di Camillo, dei suoi consigli e delle sue confessioni, delle sue “creative” tecniche di registrazione in cui faceva di necessità virtù, tirando il meglio dalla strumentazione che proprio all’ultimo grido non era, del suo uso spregiudicato del flanger. E della sua eterna lotta contro le medie frequenze.

Curiosità: proprio alle Fantasie di Calimero prese vita il “Jesus Christ Superstar” messinese di Dino Scuderi, che riuniva la nascente compagnia per provare da Camillo.

 

 

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Roberta
Roberta
23 Novembre 2019 17:16

Tutti i politici messinesi avrebbero dovuto aiutare queste *istituzioni* a restare aperti e continuare la tradizione dei messinesi e non solo…niente di tutto questo è accaduto.. .