MESSINA. Un’attività di screening e prevenzione costruendo percorsi di cura ambulatoriale per giovani vulnerabili, vittime dei pericoli del web. È quanto è stato realizzato in questi due anni dall’unità di psichiatria dell’AOU “G. Martino”, diretta da Anna Muscatello, nell’ambito del PSN finanziato di cui è referente scientifico Melania Mento. Il progetto, destinatario di un finanziamento regionale, ha permesso di sviluppare – in collaborazione con alcuni istituti scolastici del territorio – uno screening sui comportamenti a rischio in rete, sviluppando in parallelo una corretta informazione e diffondendo buone prassi. I risultati sono stati presentati oggi in occasione del Convegno centrato sul Progetto “Usa il cervello per non cadere nella rete: attività di prevenzione e denormalizzazione dei comportamenti a rischio in rete e Internet addiction”, presso il Palazzo dei Congressi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. La metodologia è stata focalizzata sul riconoscimento precoce dei campanelli di allarme: un lavoro informativo sul campo che ha coinvolto oltre agli studenti target del progetto, docenti e genitori con l’intento di aiutare gli adulti a riconoscere segnali precoci e comprendere come sostenere i propri studenti e figli per non cadere in trappole del virtuale, a volte con alti costi sul benessere emotivo e psicologico, oltre che di rischio suicidario. Il team di psicologia clinica, coordinato dalla professoressa Melania Mento, con l’aiuto delle borsiste psicologhe Rossella Alfa, Amelia Rizzo e Irene Pagano Dritto, ha condotto negli ultimi due anni, gli incontri informativi e preventivi nelle scuole ed è stato parallelamente avviato un ambulatorio dedicato per i casi particolari in cui era necessaria un’attenzione clinica e di trattamento. L’attività ambulatoriale di tecnodipendenza è centrata sulla tardo-adolescenza e l’età giovanile e insiste all’interno dell’Unità di Psichiatria dell’AOU “G. Martino”. Si tratta di un servizio innovativo, avviato proprio grazie a questo progetto, dove è possibile ricevere una risposta di trattamento, laddove spesso una famiglia con un figlio adolescente si sente smarrita.

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