MESSINA. Ci sono debiti (multimilionari) per fatti che risalgono al 1979, ci sono soldi, parecchi, da dare ad aziende fallite da quindici anni, ci sono creditori, grandi, medi e piccoli, che da tre, forse quattro amministrazioni attendono che il debito che Palazzo Zanca ha nei loro confronti sia saldato. C’è un Comune che, a tutti i 17.285 creditori proporrà una transazione, o un abbattimento del debito, o una dilazione. O tutt’e tre. Sperando che la maggior parte accetti: altrimenti il banco salta.

In realtà, per togliersi dal groppone l’oltre mezzo miliardo di debiti fuori bilancio accumulati negli anni basterebbe che rinunciassero i primi dieci creditori, il debito coi quali ammonta all’incredibile cifra di quasi 56 milioni di euro: il 10% del monte debitorio complessivo di palazzo Zanca. Chi sono questi grandi creditori?

Il primo è la Torno Internazionale Spa, una delle più grandi aziende di costruzioni in Italia, fallita ad inizio secolo (oggi in campo con un altra regione sociale): alla curatela, Palazzo Zanca deve 14 milioni e 112mila euro, più 145mila euro di spese legali per un lodo arbitrale per lavori agli svincoli di Giostra che risale al 1999 e si è risolto nel 2012 col deposito presso la Camera arbitrale. E’ il primo debito derivante dalla “maledizione” delle opere pubbliche messinesi

Minore il debito (quasi 12 milioni e mezzo), ma molto maggiori interessi e rivalurtazione (due milioni e 811mila euro) dovranno andare all’Eas, l’ente acquedotti siciliani, istituto regionale che gestiva tutti gli acquedotti dell’isola e che è in liquidazione addirittura dal 2004. Il debito di Palazzo Zanca, al quale vanno aggiunti 50mila euro di spese legali, ha una storia che affonda le radici nei meandri del tempo: risale infatti alla fornitura d’acqua dall’acquedotto Bufardo e dai pozzi Moio del 1979 (conclusa nel 1998), la causa è iniziata nel 1985 e si è conclusa con una sentenza della Corte d’Appello di Messina nel 2016.

Poi ci sono i sette milioni e mezzo (più interessi per 272mila euro, e ancora spese legali per quasi diecimila euro) di crediti che l‘Iacp, istituto autonomo case popolari, vanta nei confronti di Palazzo Zanca per espropriazioni mai pagate: mai pagate dal 1985, anno in cui fu istruita la causa giudiziaria, che è terminata con una sentenza della Corte d’Appello Messina del 216, confermata in Cassazione nel 2017.

Batte cassa anche la Astaldi, per anni tra le più grandi imprese di lavori pubblici della penisola e oggi in grossi guai finanziari. Il lodo arbitrale per lavori di costruzione dello stadio san Filippo, iniziato nel 2010 e terminato con sentenza della Corte d’Appello nel 2017, costerà alle casse del Comune oltre 3 milioni e 200mila euro di sorte capitale, e quasi 1,8 milioni di rivalutazioni.

Altra opera pubblica, altri debiti milionari. Alla EdilSud (oggi Ecodil), per la costruzione della palestra di Gravitelli andranno 3 milioni e 176mila euro: pratica del 2004, sentenza della Corte d’Appello, che inchioda il Comune del 2013.

Ancora stadio San Filippo, ancora un lodo arbitrale, ancora un’impresa fallita: la Demoter (meglio, la curatela fallimentare), aveva un debito col Comune di un milione e 842mila euro: pratica del 2007, lodo del 2011, sentenza della Corte d’Appello del 2017. nel frattempo, la Demoter è fallita, con tanto di strascichi giudiziari.

Un milione e 800mila euro, più qualche spicciolo, andrà al “Residence dei pini”. Palazzo Zanca, dovrà pagare in virtù di sentenze sancite da tribunale (2002), Corte d’Appello (2011) e Cassazione (2017).

Gli ultimi tre? Sono tre debiti, rispettivamente da 1 milione e 764mila euro (più un milione e mezzo di interessi) a beneficio di un gruppo di cittadini per espropriazioni non pagate dagli anni ’90, certificato con sentenze in primo, secondo e terzo grado, poi un milione e 328mila euro come risarcimento per un incidente avvenuto addirittura nel 2001, e un milione e 622mila euro non meglio specificato

 

 

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
trackback

[…] Come si è proceduto all’abbattimento dei debiti fuori bilancio? “Applicando una complessiva strategia che ha portato, nel corso di soli 24 mesi, all’abbattimento della stessa per il 50% del valore nominale del debito“, dice la relazione. Cioè definire, sulle 17.150 sentenze esecutive (15mila dei quali sotto i mille euro) che formano il debito, accordi per l’abbattimento del 50% degli importi da pagare o per rateizzazione a 13 anni. (chi sono i creditori del comune di Messina) […]