MESSINA. E’ l’unico “polmone verde” della zona centro-nord. A due passi dal mare, anche se ne è separata da uno sventurato parcheggio. Dentro c’è un piccolo impianto di compostaggio comune, e una fontanella in ferro battuto, fatta pressochè tutta a mano dal custode. C’è calma, verde, tranquillità, è servita ottimamente dai mezzi pubblici. Villa Sabin dovrebbe essere tenuta come un gioiellino. E invece sembra una terra di nessuno.

La villa intitolata al virologo polacco famoso per aver sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomielite, è comunale, ma Palazzo Zanca paga praticamente quattromila euro di canone all’anno all’Autorità portuale. Questo perchè la villetta sorge sul demanio marittimo, anche se con le attività portuali non ha nulla a che vedere, la titolarità delle aree appartiene all’ente di via Vittorio Emanuele. Una situazione, questa, che vede schierati sullo stesso fronte movimenti diametralmente opposti come Cambiamo Messina dal Basso e Capitale Messina: le aree sono da sdemanializzare e consegnare alla città. A maggior ragione adesso che l’Autorità messinese sarà inglobata nel sistema portuale con a capo Gioia Tauro.

Zona sottratta ai messinesi“, recita uno sticker attaccato ad un palo all’interno del parco, testimonianza dell’ultima manifestazione indetta per la restituzione alla città. Che però, della villa Sabin pare che non gli interessi poi così tanto, a giudicare dallo stato di semi abbandono in cui versa.

Tra l’altro, la villa non è esattamente frequentatissima. La mattina gli studenti che “sparano” a scuola, il pomeriggio i proprietari dei cani, la sera (chiude alle nove) chi ci va a correre, e durante il giorno qualcuno passeggia, qualcuno tira due calci ad un pallone, qualcun altro si scambia effusioni. Per questo, tenerla pulita non dovrebbe essere difficile: chi la frequenta non ha interesse a sporcarla. Però, quando i cestini non si svuotano per settimane, la spazzatura trabocca. E vale per tutti i cestini, una quindicina, sparsi per la villa.

 

Lo stesso, forse peggio, per la cura del verde. Gli alberi non vengono potati da mesi, si appesantiscono, e i rami più piccoli cadono al suolo. E lì restano, rinsecchiti, a fare compagnia a cespugli fuori controllo e erba ormai gialla e bruciata dal sole. Lo spettacolo, come per i cestini non svuotati, è avvilente. Sembra che nessuno se ne prenda cura. E forse è proprio così.

 

A chi tocca occuparsene? Problema annoso, frutto di una relazione piuttosto complicata tra Messinambiente e Ato3, della divisione dei compiti spettanti all’una o all’altra delle partecipate del Comune, di chi dovrebbe fare cosa.

Tagliare l’erba, per esempio: una delibera di giunta, la 626 del 13 settembre 2016, sembrerebbe chiarire la questione: nel capitolato d’oneri dell’Ato3, infatti, c’è scritto chiaramente cosa compete alla società d’ambito: “Manutenzione delle siepi e cespugli (potatura, scerbatura, concimazione, zappettatura, interventi fitosanitari) delle aree a verde del centro urbano della città di Messina”, e “Manutenzione-diserbo dei marciapiedi, dei vialetti e dei cordonati attigui alle aree a verde del centro urbano”. 

Tutto chiaro? No. Perchè anche a Messinambiente, nella stessa delibera, viene affidata la “pulizia di tutte le aree a verde ricadenti dentro tutto il territorio comunale”, ad esclusione delle ville comunali e della passeggiata a mare, “che l’amministrazione si riserva di continuare ad affidare” all’Ato3. 

Per togliere tutti dal dubbio, tra qualche settimana, ad occuparsi della villa Sabin, così come di altre ville cittadine, arriveranno dieci nuove assunzioni. Perchè i seicento dipendenti tra Messinambiente ed Ato3 evidentemente non bastano ad assicurare la pulizia di qualche migliaio di metri quadrati di parco.

Nel frattempo, nessuno fa nulla.  L’estate è arrivata, e villa Sabin è abbandonata a se stessa.

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