MESSINA. “Riprendiamoci il nostro mare”. E’ l’appello che Cambiamo Messina dal basso rivolge alla cittadinanza, lanciando la “passeggiata” che domenica 5 febbraio partirà alle 10 da Villa Sabin e si concluderà a largo Minutoli, di fronte al Municipio, con un confronto sul Waterfront negato alla città. “Alle richieste avanzate dall’assemblea popolare promossa dal movimento Cambiamo Messina dal Basso e fatta propria dall’Amministrazione Comunale in merito ai contenuti del nuovo bando per l’affidamento della Rada San Francesco – scrivono gli organizzatori – il presidente dell’Autorità portuale Antonino De Simone ha risposto con un rifiuto su tutta la linea, rigettando tutte le proposte, bollate come inaccoglibili e illegittime, e dichiarando che avrebbe agito nel “sovrano esercizio dei propri compiti istituzionali”. 

Eppure rimangono sotto gli occhi di tutti i disagi e i costi, economici e sociali, cui la cittadinanza messinese è esposta a causa del transito, quello sì illegittimo, dei tir in città. Il presidente De Simone non accoglie le proposte, ma non effettua nemmeno modifiche sostanziali per un bando che rimane fotocopia di un bando già evidentemente fallimentare.  E ciò – continuano – appare ancora più beffardo, data la coincidenza con l’anniversario della stipula del Patto per la Falce che, si deve registrare, alcune delle istituzioni firmatarie non hanno onorato: l’Autorità portuale per quanto riguarda la presentazione della VAS, la Regione per quanto riguarda gli investimenti promessi”. 

 
CMDB, poi, punta il dito contro “le uniche, piccole, modifiche che il bando fotocopia per la Rada San Francesco ha, rispetto alla precedente versione”  Oltre a una lieve riduzione della base di gara – scrivono – il nuovo disciplinare prevede ora la realizzazione di un’apertura per collegare l’area della Rada a quella della Fiera. Inoltre, nella bozza di concessione allegata, non è prevista, differentemente da quanto ci saremmo attesi, alcuna riduzione di durata a seguito della realizzazione del porto di Tremestieri”. Tutti motivi per i quali il movimento chiama a raccolta la cittadinanza.
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