Enduro di Messina

 

Nei primissimi anni ’80, la Pirelli Motovelo, possedendo uno stabilimento in Sicilia, decide di realizzare un evento che, per alcuni anni ,sarà un classico del motociclismo fuoristrada. Formula mutuata dall’allora mitologico enduro del Toquet in Francia, la gara si correva sul litorale di Tono in  manches da cento massacranti minuti, a tutta manetta sulla sabbia, a metà tra enduro e motocross.

A partecipare, la crema delle ruote artigliate: Michele Rinaldi e Corrado Maddii, campione e vicecampione del mono di motocross classe 125 nel 1984, ma anche Andrea Marinoni, Ivan Alborghetti e Maurizio Dolce. Tra i mezzi, nomi allora gettonatissimi e oggi scomparsi come Gilera, Ancillotti, Hrd, Swm, insieme alle celebri Ktm, Beta e Husqvarna. La maggior parte dei partecipanti veniva dall’Italia settentrionale, patria degli sport motoristici fuoristrada. A motivarli, visto che la gara non era titolata, il robusto montepremi, l’unicità della competizione, unica nel suo genere in Italia, ed il fatto che grazie al munifico sponsor Pirelli, c’era un bel rimborso spese e nell’iscrizione era pure compreso l’alloggio in hotel.

I partenti si schieravano l’uno accanto all’altro, e prendevano il via dopo il lancio di un razzo segnalatore: erano talmente tanti che allestire un cancelletto di partenza ”volante” era impossibile. I vincitori, ovviamente, erano i “forestieri”. Tra i locali, invece, si difendeva il taorminese Marco Mainardi, ma anche l’ex esperto del comune di Messina Marco Bellantone. Da leggenda l’edizione del 1981, in cui la seconda manche fu cancellata a causa del mare che, ingrossatosi, aveva preso a divorare metà della pista. La gara fu interrotta, ma non prima che i concorrenti percorressero qualche giro del percorso in una… palude.

 

 

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