Johann Sebastian Punk

Massimiliano Raffa, docente allo Iulm di Milano, ha tutti i crismi del genio. Imprevedibile, talentuoso, bizzoso, colto, stravagante e iconoclasta, è il deus ex machina e il frontman dei Johann Sebastian Punk, gruppo nato a Bologna nel 2012 e composto dal bassista Pino Potenziometri (Simone Aiello), dal tastierista Johnny Scotch (Giandomenico Zeppa) e dal batterista Albrecht Kaufmann (Lorenzo Boccedi). Già il nome è tutto un programma: un’improbabile crasi che suona quasi come un ossimoro e che la dice lunga sulle intenzioni di una band  tanto eclettica quanto impossibile da etichettare nelle definizioni di genere. «Negli ultimi anni – ha spiegato Raffa in un intervista pubblicata qualche anno fa sul “Fatto Quotidiano” – si è assistito alla morte dei generi musicali, cosa che anziché arricchire i contenuti musicali liberandoli dalle briglie delle etichette, ha invece innescato delle dinamiche deleterie di totale impoverimento compositivo. Il nostro obiettivo è quello di fotografare questa totale confusione in cui viviamo ma con lo stesso spirito, lo stesso ardore e con la stessa attenzione alla composizione dell’età dell’oro della musica leggera”.   Accolto dalla critica come uno dei migliori debutti italiani degli ultimi anni e primo finalista in lingua inglese alla Targa Tenco per la “miglior opera prima”, l’album di esordio della band, More Lovely and More Temperate,  composto da 11 brani in cui convivono glam-rock e shoegaze, bossa nova e rock, baroque pop e surf-punk, è un disco sovrabbondante ed esagerato, in grado di “destrutturare e centrifugare l’impossibile in un folle disegno avvenieristico-retrò» (“Rumore”). E se l’impatto con il cd è quantomento straniante, è con le esibizioni dal vivo che la band dà il meglio di sé, accentuando i toni musicali e teatrali e offrendo un potente e cabarettistico spettacolo in cui il progressive incontra il punk, la psichedelia incontra il noise e dove le regole della musica pop vengono sovvertite in un estenuante rito orgiastico.

Il disco: More Lovely and More Temperate (2014)

Hanno influenzato questo disco, fra gli altri: David Bowie, i Pink Floyd, la scuola di Canterbury, il teatro dell’assurdo, il Battiato sperimentale di “Pollution”,  e i Ramones, John Cage,  Chico Buarque, gli Sparks, il Brit Pop, la New Wave, i Radiohead, i T-Rex,  la musica classica, il glam, il blues, l’elettronica più nobile e chi più ne ha più ne metta. Impregnato di nichilismo e profondamente decadente dalla prima nota dell’iniziale “Exit” (con tanto di citazione di “A day in the Life” dei Beatles) fino alla conclusiva “Enter”, “More Lovely and More Temperate” (è un verso di Shakespeare) racchiude in sé tutto e il contrario di tutto: ballate  sinfoniche e pezzi pop rock, ironia e citazionismo, provocazione ed edonismo. Non è un album: è un caleidoscopio di suoni.

Il brano: Jesus Crust baked




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