MESSINA. Avventura che è finita così com’è iniziata: un “Calvario” da Palazzo Zanca a piazza Duomo (e poi fino alla casa di Federico Basile, attuale direttore generale e nominato “erede” al Comune di Messina, anche se a deciderlo saranno i cittadini). Se il giorno delle sue elezioni il percorso era stato inverso, ovvero piazza Duomo – omaggio floreale alla Madonna di piazza Immacolata di Marmo (fatto anche ieri sera) – piazza Municipio, ed era stato ricco di tumulti e festeggiamenti da parte del corteo di sostenitori che lo hanno seguito, la “processione” di ieri notte, dopo la scadenza del termine ultimo per ritirare le dimissioni, aveva tutta l’aria di essere un funerale. Nessuno parlava o diceva una parola. Sembrava di mancare di rispetto a qualcuno. E anche le poche gocce di pioggia che hanno bagnato l’asfalto ad un certo punto hanno contribuito alla scenografia.

Il siparietto più lungo di Cateno De Luca, ormai non più sindaco di Messina, durato quasi 24 ore, fino all’1 di notte, quando ancora giocava in diretta Facebook con i nomi del citofono del condominio di Federico Basile. Ma come sono state le ultime 24 ore da primo cittadino messinese del quasi ufficiale candidato alla Presidenza della Regione Siciliana (e al Consiglio comunale di Messina)?

Ore 7: De Luca si presenta in canottiera davanti alla webcam dello smartphone, vestendosi in diretta Facebook. È così che inizia l’ultima giornata da sindaco di Cateno, alle prese con un lunedì che, come quello di tutti, inizia con le imprecazioni dovute ai lacci delle scarpe e al nodo della cravatta. Il pronostico è chiaro, e l’ancora primo cittadino per qualche ora, non tenendo conto che ieri era San Valentino e non preoccupandosi di aumentare troppo le aspettative, anticipa già a chi dovrà stargli dietro per forza di cose che sarà una lung(hissim)a giornata, e che ci sarà da raccontare: «Vi dico che quello che succederà stanotte sarà qualcosa di irripetibile che non è mai stato fatto e che non si ripeterà mai più. Vi consiglio di organizzarvi e di stare con me fino all’ultimo secondo». Lo spot era stato lanciato. Ma il sindaco in questi anni ha abituato ai “colpi di scena”.

Come da programma, ricco e folto di appuntamenti con tutte le figure importanti della città (qui per consultarlo integralmente), iniziano alle 8:30 i saluti istituzionali, con l’ultimo giorno a Palazzo Zanca sotto scorta municipale. Il primo è al Rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea, il secondo alla Prefetta Cosima Di Stani e poi è toccato al Questore Gennaro Capoluongo. Nel mezzo, anche il lancio del suo ultimo singolo: “Gli invisibili”, una poesia con sottofondo musicale dedicata agli abitanti delle baraccopoli messinesi che poi presenterà nel pomeriggio insieme a Red Ronnie. Si riprende con l’Arcivescovo Giovanni Accolla, con il Presidente della Camera di Commercio Ivo Blandina e con il Presidente della Corte d’Appello del Tribunale di Messina, Michele Galluccio.

All’ora di pranzo la diretta è da Palazzo dei Leoni, Salone degli specchi, dove nella qualità di sindaco metropolitano ha rivolto un saluto ai sindaci della provincia e ai dipendenti, con un cenno sulla differenza fra politico e amministratore. Parafrasando, lui si è definito un amministratore perché lavora a lungo termine e non vive alla giornata. L’autostima non gli è mai mancata. Si è occupato del lavoro strutturale, dice, che non dà risultati nell’immediato. A differenza di altri, aggiunge. Un po’ quello che è successo con la linea tranviaria, le baracche, la differenziata e molti altri risultati sbandierati durante questi ultimi tre anni e mezzo, azioni avviate da altre amministrazioni non durate abbastanza da portarle a compimento. Per alcune, ci ha pensato la Giunta De Luca. Per altre, ci penserà (forse) uno dei prossimi sindaci. Alla fine, quello che è emerso dalla conferenza, è che De Luca è un “grande innamorato del lavoro”, ha concluso una delle responsabili della Città Metropolitana con un’allusione al giorno di San Valentino, insieme ad un elenco considerevole di aggettivi qualificativi (tutti positivi) nei confronti dell’ex sindaco. Ancora più lungo di quello che era stato stilato durante la presentazione del suo album “A modo mio” di qualche mese fa.

Pausa pranzo e poi si continua con i saluti. Ora tocca ai dirigenti scolastici delle scuole, di cui una parte è stata invitata in rappresentanza al Salone delle Bandiere. Neanche con i presidi il rapporto è stato sempre dei più rosei, con alti e bassi a causa delle decisioni spesso imposte da De Luca, ultima delle quali una chiusura forzata degli istituti a gennaio per il Covid, nonostante le forti resistenze. Proprio ieri mattina è stata dichiarata illegittima quell’ordinanza (e il costo delle spese legali che ora il Comune dovrà affrontare sarà a carico dalle casse di Palazzo Zanca).

Spazio anche per un numero con Denny Napoli, che a quanto pare domenica sera ha fatto un’incursione in sala Giunta durante una riunione fra sindaco e assessori per realizzare un video, pubblicato ieri pomeriggio sulla pagina Facebook di Cateno, su quanto gli dispiaccia della decisione presa da De Luca, con tanto di montaggio a ralenty di alcune foto insieme.

Il pomeriggio era ancora lungo, e prima di giungere all’ultima riunione di Giunta per discutere e approvare la relazione di fine mandato, ci sono stati i saluti alle forze dell’ordine, agli ordini professionali, alle varie associazioni di club service e del terzo settore, agli impiegati e ad una delegazione delle partecipate comunali. In mezzo, anche il collegamento con Red Ronnie per il brano sulle baraccopoli e, immancabile in un giorno così importante per lui, la celebrazione di una messa. La sua devozione non è un segreto.

Il (primo) momento melodrammatico è stato durante il discorso davanti agli impiegati, quando ha raccontato tutta la storia del suo mandato, dalla campagna elettorale ad oggi, passando per il primo arresto, dall’isolamento politico, al cavaliere solitario (come era stato soprannominato per l’assenza di consiglieri eletti fra le sue fila) e alle continue guerriglie con il Consiglio comunale. Il tutto in un’infinita diretta Facebook durata oltre due ore. Poi la porta della sala Giunta si chiude per l’ultima riunione del team De Luca, ma prima le sue ultime parole da sindaco, con l’ufficiale cambio di mascherina da “De Luca sindaco di Messina” a “De Luca sindaco di Sicilia”:




Arrivati a questo punto c’era solo da attendere, mentre birre e pizze e entravano ed uscivano consumate dalla sala Giunta. L’ultima cena era servita.

Silenzio tombale all’interno e fuori Palazzo Zanca, con solo alcuni (pochi) supporters dell’ex sindaco recatisi al palazzo municipale per salutarlo inneggiando (e idolatrando) il suo nome («Cateno! Cateno! Cateno…!»), omaggiandolo anche di uno striscione che, sostanzialmente, legato al pensiero dei sostenitori voleva dire: “Grazie al miglior sindaco che Messina abbia mai avuto”. Poco dopo le 23, però, iniziano ad uscire le prime figure dalla sala Giunta. Start alla diretta: il sindaco dimissionario è pronto a consegnare la fascia ad un Segretario Generale, Rossana Carrubba, che non si risparmia in parole, stuzzicando la commozione di De Luca, e lasciando cadere anche qualche lacrima.

Comincia la processione, il “Calvario”, di quello che, da una manciata di secondi, era il secondo sindaco dimessosi dalla carica a Messina (dopo Buzzanca nel 2012, anche lui per partecipare alle elezioni Regionali). Un silenzio dentro e fuori, rotto solo da alcuni applausi di quei (come si definiscono loro) “fans” che nel frattempo erano entrati nell’androne del Municipio per applaudirlo. Fuori il primo piede dalle mura municipali. E fuori anche il secondo. Non si è girato verso quella che è stata la sua casa per tre anni e otto mesi, ma si è fermato davanti allo striscione. Poi ha cominciato a piovigginare, con qualcuno che nel silenzio (e quindi si avvertiva anche il più timido dei commenti) ha detto: «Anche il cielo piange». Si stava giungendo alla fine del reality. Era l’ultima puntata.

Seguito da supporters, assessori, giornalisti, dal fedelissimo Danilo Lo Giudice e dal suo instancabile cameraman, si è fermato, come aveva annunciato che avrebbe fatto, davanti alla Madonna di piazza Immacolata di Marmo, dove tutto era iniziato. Si è inginocchiato, ha posato la composizione floreale e poi è toccato al brindisi al Fellini, dove un tavolo era stato preparato per permettergli di raccontare la storia di alcuni cimeli ricevuti in dono in questi anni e che avrebbe portato con sé: un elmetto, un campanellino, una action figure di Jeeg Robot e una statua di Gesù Cristo alta mezzo metro. Ora toccava al brindisi, così da poter consentire a tutti di tornare a casa, compreso il futuro candidato a sindaco, che in questo modo si sarebbe fatto trovare in pigiama (ma con la camicia). All’alzata dei calici hanno partecipato anche i consiglieri comunali Serena Giannetto, Ciccio Cipolla e Nello Pergolizzi, che insieme ad Alessandro De Leo sono rimasti gli unici dalla sua parte (anche se non eletti fra le sue fila, come nessuno).

Via tutti. Ha letteralmente cacciato via tutti dopo il brindisi per “colloquiare” da solo (e con i supporters in diretta) con Danilo Lo Giudice e portare la lanterna, che li avrebbe guidati, dal futuro candidato a sindaco. Con una suspense che a mezzanotte e mezza era tutto tranne che gradita. Quindi il siparietto con il suo “delfino”, l’accensione del cero e… la salita in macchina per raggiungere quello (o quella) che continuava a rimanere un punto interrogativo. Non ha mollato nemmeno una volta giunto al condominio dello stesso, quando giocando a leggere i nomi sul citofono recitava la parte dell’esitante. Finché poi ha capito che si era fatta una certa e ha suonato al citofono “Basile”.

Federico Basile (che era presente al brindisi di commiato di nemmeno venti minuti prima) ha aperto in ciabatte, pigiama e camicia, accogliendo quello che gli avrebbe passato la torcia e che nei prossimi mesi avrebbe fatto campagna elettorale insieme a lui: uno per la carica da sindaco e l’altro, lo stesso Cateno De Luca, per la carica da Presidente del Consiglio Comunale. Un altro siparietto durato circa mezz’ora in cui Basile si mostrava sorpreso di dover ricevere a quell’ora il primo cittadino che, incurante dei bambini a letto e della moglie pronta ad addormentarsi al termine di quella che era stata la giornata di San Valentino senza la sua metà, violava la sua privacy imbucandosi a casa sua insieme a Danilo Lo Giudice, tre giornalisti, il suo cameraman e centinaia di cittadini collegati in diretta.

L’opera era terminata. Il nome tanto atteso era stato svelato dopo l’ennesimo interminabile atto teatrale consumatosi in nottata. Un commissario amministrerà Messina per i prossimi mesi, mentre nel frattempo prosegue la già avviata campagna elettorale per la corsa alla Presidenza della Regione Siciliana di Cateno De Luca e inizia quella per la fascia tricolore di Federico Basile (ovvero lui).

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