MESSINA. E’ passata una settimana, ma le polemiche sulle dimissioni da sindaco di Cateno De Luca non accennano a placarsi, cavalcate come la proverbiale tigre dalle opposizioni. Oggi tocca al centrosinistra. “Pensiamo che una riflessione vada fatta, su un punto politicamente importante”. E’ Gaetano Gennaro a dare inizio alla conferenza stampa con cui i consiglieri di Pd e LiberaMe hanno intenzione di consegnare alla città una riflessione sulle dimissioni da sindaco di Cateno De Luca. E non solo non ci va piano sin dall’inizio, ma praticamente introduce (e sviluppa) tutti gli argomenti di cui avrebbero parlato i colleghi

“C’è un’amministrazione che ha avuto mandato di governo dalla cittadinanza per cinque anni, ed esce di scena un anno e mezzo prima, quindi fa fallire il progetto del 2018 di governare dieci anni, dopo tre anni e mezzo si ritirano e mettono in campo un piano del tutto diverso. Fra l’altro il candidato non viene fuori dalla giunta, e gli stessi assessori hanno capito di non essere in grado di prendere il posto di De Luca. Poi ci sono altri punti: siamo in piena pandemia, e la città affronta uno dei periodi più duri, lascia la città mentre si sta valutando il piano di riequilibrio, e quindi se la città deve andare al default oppure no: la rimodulazione non consentirà alla Corte dei conti di valutare il percorso che era iniziato nel 2013, e adesso si ripartirà da zero: questa cosa De Luca la fa per sgravarsi della responsabilità di tre anni di governo. Se i conti del Comune sono in regola come lui dice, perchè mettere un “guardiano”, come ha definito Federico Basile?”

“Faccio un esempio concreto”, spiega Massimo Rizzo, che è anche presidente della commissione Bilancio: “Oggi la commissione non si riunisce perchè tutte le delibere, anche quelle importanti, poichè sono state sottoscritte da una giunta dimessa, oggi non possono essere adottate finchè non siano state adottate o dal commissario o dai consiglieri comunali, come da parere del segretario generale: è evidente la mancanza di senso di responsabilità, quello che invece ha dimostrato il consiglio comunale”. Rizzo quindi stigmatizza il motivo per cui la giunta ha rassegnato le dimissioni insieme a De luca, lasciando il comune in una seria condizione. “Se domani si dovesse chiudere una scuola, chi lo farebbe?”, domanda retoricamente (argomento già utilizzato da Pd e LiberaMe), auspicando che dalla regione venga nominato in fretta un commissario.

Alessandro Russo è il più pungente: “E’ riuscito a scappare lasciando la città nelle ambasce di una situazione economica imbarazzante”. Si parla sempre di piano di riequilibrio. “Se avesse avuto le carte in regola come diceva, non lo avrebbe rimodulato, e ne ha approfittato poi per scappare e inseguire le sue ambizioni. Alle osservazioni della Corte dei conti non ha risposto, e noi sappiamo che i rilievi certificano che non è tutto ok, è l’ultima immensa mistificazione di De luca. Non abbiamo, in questo momento, nè un piano di riequilibrio ufficiale, nè un bilancio ufficiale”.

Felice Calabrò, candidato a sindaco nel 2013, interviene su sollecitazione di qualche domanda e rivela un fatto: “La rimodulazione del piano di riequilibrio è avvenuta perchè un collaboratore l’ha detto a De Luca”. Secondo Calabrò, ma anche secondo i colleghi, De Luca non avrebbe saputo della possibilità di rimodulare il piano. “L’avrei rimodulato anche io – confessa comunque Calabrò – perchè il loro piano di riequilibrio era fallace”.

Poi una coda al veleno. Secondo il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, le delibere proposte dalla giunta sarebbero decadute, spiega citando pareri della segretaria generale Rossana Carrubba. “Invitiamo il consigliere Nello Pergolizzi (consigliere della “maggioranza” di De Luca, ndr)ad apporre la firma ed adottare le delibere di piano di riequilibrio, valorizzazione del patrimonio immobiliare e bilancio previsionale, visto che è cos’ sicuro dei conti che ha lasciato De Luca”.

 

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