MESSINA. Quasi cinquantatremila euro in quattro anni, per aree che da sempre rivendica come proprie. E’ la somma che il comune di Messina paga all’Autorità portuale di canoni per “finalità di natura pubblica alcuni beni immobili”: beni immobili che Palazzo Zanca reclama come propri e per i quali solo per il 2017 si sborsano poco meno di ventimila euro. Quali?
Villa Sabin, per esempio, il piccolo polmone verde situato di fronte al museo regionale per il canone del quale occorrono poco meno di quattromila euro: sempre meno dei 5445 euro della Passeggiata a mare ed i quasi duemila del parcheggio Annunziata, praticamente attaccato alla villa Sabin. Basta? No. Perchè ci sono i 611 di canone annuo che si pagano per luoghi sconosciuti ai più, quali la “Cabina Schipani“, un manufatto che risale ai tempi dell’appalto alla ditta omonima per la pubblica illuminazione, per l’impianto di sollevamento del viale della Libertà, per l’impianto tecnologico dell’acquario, per la condotta delle acqua acque pluviali “Brasile-Annunziata“, ma anche per la sede dell’ormai inesistente da quindici anni IX quartiere, e per la vasca di accumulo “Norimberga”.
Non sfuggono ai canoni che Palazzo Zanca paga ogni anno all’Autorithy di via Vittorio Emanuele nemmeno il Parco Belfiore al lungomare del Ringo (1431 euro) e il parcheggio dell’ex Gasometro (2.627 euro).
Nello specifico, il comune ha dovuto pagare 9.561 euro nel 2014 (solo per Passeggiata a mare, parcheggio ex gasometro, sede del IX quartiere e impianto di sollevamento del viale della Libertà, saliti a 10.934 euro nel 2015 per l’arrivo del canone sul parco Belfiore, e che sono diventati 12.732 euro nel 2016 con l’inserimento del pagamento del parcheggio Annunziata. Totale? Poco meno di 53mila euro. Per aree che dovrebbero essere del Comune (che provvede a pulizia e manutenzione), ma che invece, paradossalmente, potrebbero essere gestite da Gioia Tauro se andrà in posto l’accorpamento dell’Autorità portuale di Messina con quella calabrese.
A febbraio 2017, il Comune ha manifestato interesse a rinnovarle, quelle concessioni, visto che erano scadute. E per garantirle, ha pagato all’Autorità portuale quasi 1500 euro di imposta di registro ai fini della proroga. Sulla vicenda delle aree contese all’Autorità portuale, hanno protestato sia Cambiamo dal basso contro l’Autorità portuale, sia Capitale Messina contro l’amministrazione.