MESSINA. Anche per il 2022, la tassa per la spazzatura a Messina sarà più alta dell’anno precedente: è la quarta volta, dopo i rincari degli anni scorsi in cui il tributo è passato dai 44 milioni del 2017 e 44,5 del 2018 ai 46 milioni e 300mila euro del 2019 ai quasi 48 milioni e mezzo del 2020, le cui bollette, che si pagano l’anno successivo ai piani finanziari sono arrivate proprio in questi giorni (con proroga per il pagamento come misura per alleviare i disagi della pandemia). E nel 2022 arriverà a 54.401 milioni di euro. 

E’ il contenuto della delibera sul piano finanziario di MessinaServizi che la giunta ha predisposto, e che sarà mandata entro fine mese al consiglio comunale per l’approvazione.

Poco meno di cinquanta quattro milioni e mezzo di euro per legge vanno interamente coperti dai contribuenti: un balzo da sei milioni che rappresenta il 12% in più rispetto allo scorso anno, e che surclassa gli aumenti registrati tra il 2018 e il 2019, e il 2019 e 2020, due milioni per ciascuna annualità. Questo nonostante il sindaco Cateno De Luca, a inizio dicembre 2019, avesse assicurato che nel 2021 il tributo si sarebbe ridotto del 30%. E invece il solo costo del servizio nel 2019 era di 35.161.968 e nel 2020 di 35.216.904; se si aggiungono i costi della discarica, che sono oltre 10 milioni, appare chiaro come il costo della gestione dei rifiuti sia sempre uguale, nonostante l’aumento della raccolta differenziata.

Questo nonostante Messina paghi da anni una tariffa sui rifiuti tra le più salate d’Italia per un servizio, per quanto riguarda lo spazzamento (per cui sono in arrivo altre cento assunzioni) ed i servizi accessori, assolutamente deficitario (mentre invece il porta a porta sembra funzionare bene), e la differenziata si sia attestata intorno al 40%, di gran lunga il valore più alto tra le città metropolitane siciliane. Il motivo è da ricercare sia in norme nazionali (come quella che impone di mettere in bolletta anche i crediti di dubbia esigibilità), sia in scelte amministrative di MessinaServizi che comportano maggiori costi (il servizio di pulizia spiagge e le nuove assunzioni), che nella gestione di problemi “esterni” delle discariche post mortem.

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