AGRIGENTO. Il Teatro greco di Eraclea Minoa, che si trova a Cattolica Eraclea, nell’Agrigentino, è stato sequestrato a seguito di un’indagine della procura sulle condizioni di conservazione e di sicurezza della struttura che risale al IV-III secolo a.C. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del nucleo per la Tutela del patrimonio culturale (Tpc) di Palermo e quelli della compagnia di Agrigento, in collaborazione con i vigili del fuoco.

I consulenti tecnici incaricati dalla Procura hanno fatto emergere che la copertura in tubi e lamiera zincata del teatro greco costituisce un pericolo per la pubblica incolumità, poiché la sua integrità non è sufficientemente garantita in presenza di vento e di agenti atmosferici avversi, così come accertato nei diversi sopralluoghi effettuati.

    Le indagini ipotizzano i reati di “omessa collocazione o rimozione di segnali o ripari” e “omissione di lavori in edifici o costruzione che minacciano rovina”. E’ stato iscritto nel registro degli indagati il direttore del Parco archeologico di Agrigento, Roberto Sciarratta. La struttura in sequestropreventivo è stata affidata in custodia giudiziale alla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Agrigento, fino alla esecuzione dei necessari lavori di messa in sicurezza. La copertura, in plexiglass, che serviva per proteggere – in via provvisoria – il teatro greco di Eraclea Minoa è pericolosa ed abusiva. E’ per questo motivo che i carabinieri del nucleo per la Tutela del patrimonio culturale (Tpc) di Palermo e quelli della compagnia di Agrigento hanno sequestrato il teatro e tutta l’area antistante. Il teatro greco risale al IV-III secolo a.C.. Gli accertamenti dei carabinieri del nucleo Tpc di Palermo, con a capo il maggiore Gianluigi Marmora, e della compagnia di Agrigento, che è coordinata dal maggiore Marco La Rovere, hanno fatto emergere che la copertura in tubi e lamiera zincata del teatro costituisce un pericolo per la pubblica incolumità, poiché “la sua integrità non è sufficientemente garantita in presenza di vento e di agenti atmosferici avversi, così come accertato nei diversi sopralluoghi effettuati”. Il teatro è ubicato nella cavità della collinetta a Nord dell’abitato ed è stato costruito in conci di marna arenacea per la maggior parte degli ordini dei sedili mentre la parte sottostante è situata nella roccia. La marna è un materiale che, se esposto agli agenti atmosferici per lunghi periodi, è soggetto a deterioramento. Motivo per il quale la Soprintendenza dei Beni culturali e archeologici di Agrigento aveva affidato, negli anni Sessanta, a un architetto dell’epoca l’incarico di studiare l’isolamento del monumento, coprendo integralmente la cavea con una vetrina incolore e trasparente. L’architetto progettò e fece realizzare – i carabinieri del comando provinciale hanno ufficialmente ricostruito i vari passaggi – una copertura in plexiglass che, alla lunga, anziché proteggere il teatro ne stava provocando la distruzione e che, quindi, venne rimossa e sostituita negli anni Novanta, in ‘via provvisoria’, con la struttura ancora oggi montata a copertura del teatro. Una struttura che è costituita da pannelli in materiale plastico, sorretti da una impalcatura di tubi ‘innocenti’. Una copertura che, appunto, costituisce un pericolo per la pubblica incolumità. (fonte ANSA).

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