MESSINA. Prosegue senza pause il perenne scontro fra il sindaco Cateno De Luca e parte dei consiglieri comunali: una continua faida, inaspritasi in particolare dopo l’affissione da parte di De Luca del cartello “asini volanti” ai tempi delle sue dimissioni-non dimissioni, che assume sempre più i contorni della farsa. L’ultima puntata della telenovela si è svolta stamani, con protagonisti De Luca e Salvatore Sorbello. A fare da detonatore per il nuovo e per nulla inedito scambio di accuse, minacce e promesse, rigorosamente via social, sono gli strascichi della vicenda dei libri di piazza del Popolo di domenica 31 ottobre.

Durante la consueta diretta Facebook mattutina infatti, De Luca ha stigmatizzato un discorso fatto dal consigliere che, secondo quanto riportato dal sindaco online, diceva qualcosa del tipo: “‘basta ora l’amministrazione De Luca la dobbiamo prendere a colpi di mazza”. Dopo un po’ di teatro, ed aver rivelato il nome del consigliere, ammettendo di volerlo tenere segreto per “non fargli pubblicità”, De Luca ha sfidato Sorbello: “Perché non viene tu? Ti aspetto, piuttosto che inneggiare gli altri (sic), per la serie ‘vieni avanti tu cretino che a me viene da ridere’, comincia tu”, ha spiegato, confondendosi nel citare due capolavori della commedia pecoreccia italiana, e utilizzando il verbo inneggiare quando invece intendeva probabilmente “istigare”. “Uno che inneggia la violenza degli altri – dice De Luca, che tempo fa era stato oggetto della stessa accusa da parte dei consiglieri comunali del PD– non c’è cosa peggiore che aizzare gli altri contro di me”, ha concluso De Luca.

Sorbello, per tutta risposta, è passato dalle parole ai fatti, recandosi in via I Settembre con al collo il cartello incriminato (e sottratto dalla porta dell’ufficio del sindaco), che ha poi consegnato all’arcivescovo Giovanni Accolla e alla prefetta Cosima Di Stani, casualmente in visita istituzionale dall’arcivescovo. “Quelli nei confronti del consiglio comunale, un organo istituzionale, sono atti vergognosi, soprattutto da parte di chi si definisce cattolico e cristiano. Gli insulti che De Luca rivolge al Civico Consesso sono insulti rivolti a tutta Messina. La porta dove è stato affisso quel cartello non appartiene a De Luca, che è lì solo di passaggio, ma alla città intera”, spiega il consigliere. E la questione delle mazze stigmatizzata da De Luca? Una citazione da Sandro Pertini, spiega il consigliere (che un anno e mezzo fa Pertini lo aveva definito in termini non troppo lusinghieri) nel famoso discorso (molto probabilmente apocrifo) in cui l’ex presidente della Repubblica sosteneva che “quando il governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre”. Adeguandosi ai toni di De Luca, e parafrasandolo, Sorbello aveva affermato nel video che “qui c’è da prenderli a pietrate, a calci in culo, a mazzate, se ne devono andare a fare in culo”.

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