MESSINA. Sarà poca, e non si sa ancora quando, ma Messina avrà un po’ di acqua in più rispetto a quanta può disporne oggi, in piena crisi idrica regionale. E’ quanto è emerso dalla cabina di regia di ieri in Prefettura in cui si è deciso, in ottemperanza a un’ordinanza regionale, di “regolare meglio le risorse idriche carenti”, come ha spiegato il sindaco Federico Basile. Come? Privilegiando l’utilizzo potabile su quello irriguo delle risorse idriche provenienti dal Pozzo Bufardo-Torrerossa, per come previsto da un’ordinanza regionale: dare cioè più acqua ai rubinetti e meno alle piante, “sacrificando” quelle facilmente rimpiazzabili (quelle che crescono stagionalmente, come il grano), e salvaguardando le piante a fusto (come gli alberi da frutto), che necessitano di anni per ricrescere.

“La richiesta che abbiamo fatto è stata presa in considerazione, ma non si tratta di togliere a qualcuno per dare a qualcun altro: ci sarà un maggior prelievo a vantaggio non solo del comune di Messina ma anche di Mascali, Fiumefreddo e Calatabiano per una redistribuzione delle risorse idriche provenienti dal Pozzo Bufardo-Torrerossa”. Per calcolare la quantità di acqua in più in distribuzione nella rete cittadina (e quindi tolta dall’irrigazione), sarà necessario un altro tavolo tecnico, ma sarà inferiore ai cento litri al secondo.

Nel frattempo, si cerca di tamponare la situazione: il Coc (centro operativo comunale) si sta attrezzando coi mezzi in campo (dieci, tra autobotti e antincendio) e con la forza lavoro totale (trenta autisti), per garantire l’acqua lungo le 24 ore in tre turni, individuando caso per caso chi ha bisogno di specifici interventi, sostituendosi nelle competenze, come ha spiegato l’assessore alla Protezione civile Massimiliano Minutoli.

“Abbiamo attivato tre nuovi pozzi per 17 litri al secondo, altri due li attiveremo nelle prossime settimane, e abbiamo eseguito interventi con prese specifiche per i condomini in cui ci sono problemi con le pressioni sui piani alti“, ha aggiunto la presidentessa dell’Amam Loredana Bonasera. “Questi pozzi facevano parte del progetto acqua h24 e ci sono tornati utili oggi perchè sono stati programmati e oggi li stiamo mettendo in atto, e ci hanno messo in condizione di non avere tutta la città in emergenza idrica, ma solo alcune zone in cui si interviene in maniera puntuale”, ha spiegato l’assessore Francesco Caminiti.

Nel frattempo c’è la spada di Damocle di Santa Margherita: c’è una perdita non rilevante (4 litri al secondo), ma che desta una certa preoccupazione perchè relativa a una condotta in profondità per intervenire sulla quale è necessario mettere in sicurezza lo scavo, poi si procederà con la riparazione. Proprio la riparazione è un problema che l’amministrazione di cui in questo momento farebbe volentieri a meno: perchè vorrebbe dire interrompere totalmente l’erogazione in città per almeno due giorni, tra lavori e fase di riempimento dei serbatoi principali dell’acquedotto. Tutto questo in una città che, oggi, ha il 30% in meno di acqua dal rubinetto (e anche normalmente ne ha già poca), ha circa 400 litri al secondo di portata in meno rispetto alla media stagionale di mille litri.

 

 

 

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