MESSINA – Un nuovo pentito nel processo Matassa. Si tratta di Vincenzo Nunnari, di 61 anni, di Camaro, fratello di quel Gioacchino affiliato al clan Sparacio, a dirlo è lui stesso, parlando della guerra di mafia, a cavallo degli anni ’80 e ’90: “Mi tenevo fuori io, era mio fratello che era inserito”.

Dedito soprattutto alle rapine, fornisce particolari sull’omicidio De Francesco, e sulle pax mafiosa sui clan in città. Tutti poi subiscono il pizzo, stando ai suoi racconti ai pm, soprattutto i commercianti del viale Europa, controllato dal clan di Camaro dei Ventura che è il clan che esercita potere pure su tutti gli altri.

Questo quanto riferito all’accusa, da Nunnari a luglio, settembre e dicembre del 2017:  “Sono stato coinvolto nei procedimenti Peloritana ed Idra – esordisce – nel procedimento sono stato assolto per il reato di associazione ma condannato per il tentato omicidio di Giusppe Leo, mentre nel secondo, in primo grado ho avuto una condanna per associazione mafiosa a dodici anni poiché organico al gruppo capeggiato da mio fratello Gioacchino, poi sono stato assolto in Appello.

Sono a conoscenza di fatti che riguardano la criminalità organizzata messinese. Io vivo nel quartiere di Camaro e so che a capo dell’organizzazione criminale che controlla quel territorio vi è Carmelo

Carmelo Ventura

Ventura, il quale è un punto di riferimento per tutti, anche per gli altri gruppi criminali. Lui non vuole che vengano fatte azioni violente ma controlla il territorio attraverso estorsioni, usura ed altri reati che poi andrò man mano a specificare. Del suo gruppo fanno parte Lorenzo Guarnera, Letterio Scionti, Marcello Tavilla, Enrico Oliveri, Giovanni Lanza, Vincenzo Pergolizzi, un uomo cui adesso non ricordo il nome ma che è quello che ha ucciso un ragazzo a Camaro, i figli di Carmelo Ventura, Giovanni e forse Salvatore (in questo verbale del luglio 2017 non compare il  nome di Capurro, ndr)”.

E continua: “Voglio precisare che Lanza e Oliveri prendono gli ordini da Vincenzo Pergolizzi per conto di Carmelo Ventura, si occupano di bruciare le auto e creare danneggiamenti al fine di favorire il clan. A tale proposito intendo riferire che circa tre anni fa io ho subito l’incendio della mia autovettura una Opel Corsa, ho saputo che gli autori del fatto sono stati Lanza ed Oliveri su mandato di Pergolizzi. Io so che Carmelo Ventura non era d’accordo, infatti mi disse “Non succederà più”.

Adesso ricordo che quell’uomo che ha ucciso un ragazzo a Camaro si chiama Perticari (Adolfo, ndr). So anche che la pistola utilizzata per commettere l’omicidio gli è stata consegnata da Marcello Tavilla il quale ha una bottega del pesce nella zona di Camaro. Marcello Tavilla in passato faceva parte del gruppo capeggiato da mio fratello. Abbiamo fatto rapine insieme ed è stato lui a dirmi di avere procurato l’arma utilizzata per l’omicidio del ragazzo, commesso dal Perticari.

Intendo precisare che Carmelo Ventura ha il controllo totale del territorio di Camaro, pagano tutti gli esercizi commericali. Continua ad avere il controllo pur essendo in carcere e posso affermare che ha potere di vita e di morte. So per certo che tutti gli esercizi commerciali di viale Europa pagano il pizzo per avere la sua protezione. Tra gli altri so che pagano duemila euro al mese al gruppo Ventura, Salvo Carmelo, il quale insieme ai Forestiere gestiscono una società che opera nel settore dei giochi. In passato gli è stato bruciato un furgone, dopo questo episodio si sono messi sotto la protezione di Carmelo Ventura e da allora pagano al gruppo duemila euro al mese.

E su Ventura, continua: “Ribadisco che a capo non solo del suo gruppo ma anche degli altri gruppi che operano a Giostra, Santa Lucia e nelle altre zone, vi è sicuramente Carmelo Ventura. Lui stabilisce le regole per il suo ed anche per gli altri gruppi. Ha imposto che non si facciano azioni violente perché “se ci sono soldi ci sono per tutti, se c’è guerra ci sequestrano i patrimoni, finiscono i soldi e qualcuno sottoterra”.

“I soggetti di riferimento degli altri gruppi che interloquiscono Ventura, sono Luigi Tibia fino a quando è stato fuori dal carcere per il gruppo di Giostra, il fratello Giacomo Spartà, Nino, per il gruppo di Santa Lucia Sopra Contesse, Giovanni Cortese per il gruppo di Minissale, Giovanni Lo Duca o il fratello Santino, per il gruppo di Provinciale. In ogni caso quello che dà gli ordini per tutti è sempre Carmelo Ventura. Gli accordi sono che ognuno guadagna per sé nel proprio territorio ma se ci sono da fare business “li fanno insieme”. Vi è pieno accordo tra i gruppi.

Lui invece, non è affiliato, sostiene nel verbale di dicembre del 2017: “Al gruppo Sparacio io facevo solo qualche favore, non ne facevo parte, come portargli delle macchine da me rubate… o qualche volta gli serviva una pistola, pigghiava e gliela fornivo io… io non ho mai fatto parte di gruppi criminali. … Questi nuovi gruppi li conosco perché iò sugnu amicu i Maccellu, di Natale Rigano, sono amico di Giovanni Cortese e camminando con queste persone già so quello che fa questo e quello che fa l’altro”.

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments