MESSINA – Preziosa, questo vuol dire il suo nome, ed è il prezioso frutto di un’unione contrastata tra due osservanti di religioni ormai in lotta: quella cristiana e quella musulmana. Precious ha 4 anni e da quando ha messo piede a Messina ieri mattina nell’ultimo sbarco di 364 persone, chiede di lui: “Dov’è mio papà, quando arriva?”.

Non hanno avuto il coraggio di dirle tutta la verità le operatrici che la assistono allo sportello per migranti del Papardo, ma lei ha insistito: “Perché arriva dopo, siamo partiti assieme?”.

E la bimba ha ragione a dubitare: durante il viaggio, infatti, il papà di Precious è “scivolato” in mare e non è stato possibile più recuperarlo. Questo ha raccontato mamma Mary una volta sbarcata, parlando a stento, intontita dal dolore la donna ha ripercorso la loro storia: “Io cristiana, lui musulmano, volevano ammazzarci e ci hanno ammazzato”. L’ha visto morire, Rita, che dalla Nigeria era partita col marito Mohammed per cercare di salvare la loro unione ormai troppo contrasta in patria. Non sono più tempi di tolleranza religiosa neanche in Nigeria, dove nel villaggio vicino Benin city gli scontri tra le loro due differenti religioni si erano fatti troppo violenti. Una cristiana sposata con un musulmano: un’unione pericolosa, tanto da averli costretti a partire più di quattro mesi fa. Ma la speranza si è spezzata a pochi chilometri dall’Italia, quando Mohammed è caduto in mare dal gommone affollato sul quale viaggiavano. A lei non è rimasto che gridare mentre guardava il marito affogare.

Una volta a Messina, la bimba chiede del padre, le operatrici provano a distrarre Precious proponendole dei vestiti, ma lei scuote la testa.




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