MESSINA. Mentre in aula andava a vanti da ore la lunga seduta sul “Salva Messina”, poi approvato intorno alla mezzanotte con 20 voti favorevoli, 2 astenuti e i sei voti contrari del 5 Stelle, alle 18,30 hanno avuto inizio ai lavori dell’assemblea degli iscritti del Sindacato Orsa con l’obietivo di valutare la grave situazione economica delle casse Comunali denunciata dal Sindaco De Luca dopo il suo insediamento, e decidere la posizione che il sindacato di base dovrà assumere, tra le ipotesi del piano di riequilibrio (Salva Messina) e/o quella dell’eventuale dissesto finanziario dell’ente. Presenti all’incontro, fra gli altri,  il Segretario Generale Mariano Massaro, Giovanni Burgio (TPL), Gianmarco Sposito (Ferrovie), Antonio Currò (Appalti) e Francesca Fusco. Il dibattito si è concluso con la decisione di non sottoscrivere il Salva Messina, pur lasciando aperte le porte al confronto. Stesso esito a cui è giunta la Ugl.

“La non adesione al “Salva Messina” – spiegano i sindacalisti – non è una dichiarazione di guerra preconcetta all’amministrazione comunale, ma una scelta doverosa in rispetto del ruolo del sindacato che ha il compito statuario di difendere i lavoratori e la comunità nel suo complesso valutando di volta in volta i singoli provvedimenti. Sarebbe anomalo che una decisione che attiene al Consiglio Comunale fosse presa preventivamente da un soggetto sociale che non ha poi diritto di parola e di voto nella sede deputata. Orsa e Ugl danno atto al Sindaco di aver agito con la massima trasparenza, illustrando alla città il dettaglio dei bilanci e coinvolgendo nella discussione tutte le parti sociali, nonostante l’iniziale richiesta di tavoli separati avanzata da alcune sigle sindacali. Tale condotta della vertenza ha, di fatto, rotto con le dinamiche ermetiche del passato che vedevano l’Amministrazione Comunale e le direzioni delle Società partecipate scegliersi controparti sociali di “comodo” e chiudere la porta al diritto di dissenso. Orsa e Ugl prendono le dovute distanze dalle mobilitazioni strumentali fini a se stesse e dichiarano la loro disponibilità al confronto con l’amministrazione comunale in ogni scenario dovesse venire a formarsi e ad attivare tutte le iniziative che mettano al centro la tutela dei lavoratori, i livelli occupazionali, la difesa dei servizi pubblici e il benessere della comunità cittadina nel suo complesso”.

«Posto che il dissesto è valutazione che attiene alle condizioni economico-finanziarie oggettive dell’Ente – si legge nel verbale dell’incontro – l’assemblea ritiene che l’ennesima rimodulazione del Piano di riequilibrio economico salverebbe la classe dirigente che ha messo in ginocchio la città e chiamerebbe la comunità a sacrifici simili a quelli previsti dal default, con la differenza che pagherebbero solo i cittadini mentre amministratori e politici rimarrebbero tranquillamente ai loro posti e si rinuncerebbe alla possibilità, laddoveesistessero le condizioni oggettive del dissesto, di abbattere di circa il 50% la massa debitoria».

Non mancano le polemiche con le altre parti sociali,  “che solo oggi parlano di macelleria sociale, atteggiamenti ‘fascisti’ e diritto al dissenso, quando in passato sono stati organici alle gestioni allegre delle partecipate, Atm in particolare, che prosciugava risorse pubbliche, ben oltre quelle previste nel piano di riequilibrio della giunta Accorinti, per sovvenzionare la propaganda dell’azienda “fiore all’occhiello” soprattutto in fase di campagna elettorale”.

“In conclusione – concludono i sindacalisti – l’assemblea dei lavoratori prende atto della drammatica situazione economica in cui versa il Comune di Messina e invita la segreteria confederale a non accodarsi ad iniziative di mobilitazione prive di una proposta alternativa e di una piattaforma di lotta credibile. Conferisce mandato alla segreteria confederale a proseguire il confronto con l’amministrazione comunale in ogni scenario dovesse venire a formarsi e ad attivare tutte le iniziative che mettano al centro la tutela dei lavoratori, i livelli occupazionali, la difesa dei servizi pubblici e il benessere della comunità cittadina nel suo complesso”.

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