MESSINA. Un dibattito aperto con attivisti, lavoratori, imprenditori e rappresentanti di associazioni e sindacati del territorio per fare il punto sul disegno di legge “Salario minimo orario”, concepito per “garantire una retribuzione equa a tutti i lavoratori e contribuire a debellare lo sfruttamento di tantissimi dipendenti, sottopagati con stipendi inferiori ai minimi stabiliti dai contratti collettivi nazionali”.

Si è svolto ieri mattina, nella nuova sede del M5s e del meetup “Grilli dello Stretto”, in via Lenzi, l’incontro promosso dalla senatrice Grazia D’Angelo per discutere della proposta di legge presentata nel 2013 da Nunzia Catalfo e inserita di recente nel Contratto di Governo. A prendere parte al confronto con gli attivisti e i cittadini, il capogruppo del M5s alla Camera Francesco D’Uva, la senatrice Barbara Floridia, il deputato regionale Antonio De Luca, i consiglieri comunali Andrea Argento, Cristina Cannistrà e Giuseppe Fusco e il consigliere del IV Quartiere Renato Coletta, oltre a vari rappresentanti di realtà sociali del territorio, fra i quali il segretario generale della Cisl Tonino Genovese e il vice segretario provinciale di Confartigianato Messina Alessandro Allegra.

«L’incontro  – spiega Grazia D’Angelo – ci ha dato l’opportunità di approfondire nel dettaglio i temi della proposta e avviare un confronto produttivo con i rappresentanti di varie associazioni, enti e sindacati messinesi, che hanno partecipato al dibattito esprimendo le loro considerazioni, i loro dubbi e le loro proposte, con l’obiettivo comune di rispondere concretamente alle istanze del territorio, in una città dove i casi di sfruttamento in ambito lavorativo sono all’ordine del giorno, come dimostrano i recenti fatti di cronaca».

«Il salario minimo orario – prosegue la senatrice – è un diritto di tutti che adesso deve trasformarsi finalmente in Legge. Si tratta di una misura di equità sociale, già presente in 22 paesi europei, che affonda le sue radici nella nostra Costituzione. Oggi, in Italia, i lavoratori sottopagati sono circa il 12% del totale: una cifra che si colloca ben al di sopra della media Ue. Dopo il Reddito di Cittadinanza, la Pensione di Cittadinanza e Quota 100, il nostro obiettivo adesso è quello di garantire a 2,9 milioni di italiani di ricevere 1073 euro in più all’anno, come certificato dall’Istat».

Numerosi i temi affrontati nel corso dell’incontro, fra i quali il minimo salariale orario da garantire a tutti i dipendenti (pari a 9 euro lordi l’ora), il dramma dei tanti cittadini che pur lavorando non riescono a superare la soglia di povertà, il ruolo nevralgico dei sindacati, lo scenario occupazionale in città e provincia e l’avvio di politiche integrate con tutte le parti in causa.

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