MESSINA. La causa del luridume che attanaglia Messina? Cittadini che non rispettano il divieto di gettare spazzatura il sabato, commercianti che utilizzano malissimo e fuori orario il porta a porta, operatori dei mercati che i rifiuti li gettano direttamente sui pavimenti, e abitanti di primo e sesto quartiere che, nonostante sia in vigore la raccolta rifiuti a domicilio, continuano a gettare la spazzatura lì dove una volta c’erano i cassonetti, tolti per il passaggio al porta a porta.

Lo spiega una relazione firmata da Roberto Lisi, direttore tecnico di Messinambiente. Che alla fine della relazione punta il dito contro la totale assenza di controlli. “Spiace dover rivelare – scrive Lisi – una carente, se non totale mancanza, di azione di controllo”. Una frase che ha fatto salire la mosca al naso al comandante dei vigili urbani Calogero Ferlisi. 

“Corre l’obbligo di far rilevare, ancora una volta, lo stupore per il reiterato tentativo di colpevolizzare questa polizia municipale“, scrive Ferlisi. “La lamentata assenza totale di controlli non corrisponde alla realtà dei fatti: al contrario, la grande sensibilità alla problematica in parola dimostrata da questa dirigenza ha fatto si che venisse istituito un apposito nucleo dedicato al decoro urbano (qualche giorno fa vittime di uno spiacevole episodio, ndr). Questo reparto giornalmente, nonostante le molteplici incombenze e l’esiguità di personale, si spende senza sosta”, afferma Ferlisi.

A quanto corrisponde il “senza sosta” sottolineato da Ferlisi? Meno di uno al giorno: 106 verbali, da gennaio al 18 maggio, data delle lamentazioni del generale. “Centosei verbali per l’illecito conferimento dei rifiuti anche laddove la raccolta – puntualizza il comandante dei vigili – con palese evidenza non è stata realizzata da alcuni giorni”. A chi espone le sue doglianze Ferlisi? Oltre che al liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò, parte in causa in quanto cofirmatario della relazione di Lisi, anche al sindaco Renato Accorinti, al segretario generale Antonio Le Donne ed all’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua.

A loro, Ferlisi spiega poi di ritenere che “non sia la repressione a costituire il primo fattore trainante nella produzione di corrette condotte civiche, ma l’esecuzione di un servizio puntuale e ordinato”, conclude, rispedendo al mittente le responsabilità per il disastroso stato in cui versa l’igiene cittadina.

Non è la prima volta che tra Messinambiente e Vigili urbani sono scintille: già a gennaio, Ferlisi aveva avuto modo di stigmatizzare una risposta data ad un cittadino da Messinambiente, in cui si attribuiva la responsabilità dei disservizi ai mancati controlli da parte dei vigili. A vergare la risposta, anche quella volta, era stato Roberto Lisi. Al quale Ferlisi aveva risposto opponendo risultati, in termini di repressione, a suo modo di vedere “più che soddisfacenti”.

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