MESSINA. Cosa c’è che non funziona nel settore rifiuti? Una risposta sola probabilmente non esiste, e se esistesse dovrebbe tirare in ballo le abitudini dei messinesi, sporchi come pochi altri al mondo, e l’atavica, genetica allergia a regole, organizzazioni, novità. E divieti. A tentare di capirlo, però, Messinambiente (non esente da colpe anche molto grandi) ci ha provato. E ha fatto risalire tutto alla controversa ordinanza sindacale 261 del 25 agosto 2016. Quella che, in sostanza, impone il divieto di gettare rifiuti il sabato, obbliga i commercianti a ricorrere al porta a porta, e abolisce i cassonetti, instaurando la raccolta casa per casa, nel primo e nel sesto quartiere.

Quale è stato il risultato? Che i rifiuti vengono tranquillamente buttati anche di sabato, i commercianti conferiscono di tutto ed a ogni ora, e i cassonetti eliminati nei quartieri in cui vige il porta a porta sono stati sostituiti da mini discariche.

Ebbene, secondo il direttore tecnico di Messinambiente Roberto Lisi ed il commissario liquidatore Giovanni Calabrò molti dei guai partono da lì, dall’ordinanza. Dall’interpretazione, cioè, che i cittadini hanno dato alle norme. Estensiva, diciamo. Come il divieto di gettare spazzatura il sabato. “Ci sono zone della città in cui questo divieto viene ignorato“, scrive Lisi in una relazione di fine aprile. Quali zone? “zona sud e postazioni varie del centro“, sostiene il direttore tecnico, che spiega “Ciò ha reso necessario effettuare un turno suppletivo di raccolta la domenica mattina, con aggravio di costi. E tuttavia non si riesce a garantire un servizio decente di raccolta in quanto è impossibile mantenere le postazioni dei cassonetti sufficientemente sgombre e pulite”.

Poi tocca ai commercianti: il cui obbligo di utilizzare il porta a porta e non i cassonetti “fatica a partire perché non vi è stato sufficiente coinvolgimento delle associazioni di categoria. Tuttavia – osserva amaramente Lisi –  l’effetto che si osserva, paradossalmente, è un peggioramento dei comportamenti: sempre più si vede proliferare sacchi accanto ai cassonetti (nonostante questi siano vuoti) e alle campane del vetro, a qualsiasi ora, e la presenza del cartone e delle cassette nei cassonetti blu”. L’esatto contrario, insomma, di quanto l’ordinanza prescriverebbe. Non solo.

“Per quanto riguarda le vie del centro, il conferimento abusivo di sacchi neri e rifiuti di ogni genere fuori dai contenitori, oltre che durante tutta la giornata, avviene puntualmente dopo il passaggio dei compattatori per lo svuotamento dei cassonetti e delle squadre per la pulizia delle postazioni”. Un disastro. E ancora non si è parlato dei mercati.

Lisi parla di “spiacevole rifiuto dei commercianti dello Zaera alla consegna dei kit per il porta a porta”. Questo ha comportato, secondo il direttore tecnico, un mezzo disastro, specialmente nei mercati Vascone e Sant’Orsola: “Da ottobre in questi due mercati quanto veniva conferito precedentemente nei due cassoni scarrabili rimossi, viene lasciato sparso indiscriminatamente su tutto il pavimento dei due siti”. Risultato? “Oltre ad una condizione igienica notevolmente peggiorata, ha aggravato il lavoro da svolgere senza portare nessun miglioramento in termini di raccolta differenziata ne di decoro”.

La situazione non è migliore nel primo e sesto quartiere, circoscrizioni in cui è partito il porta a porta e sono quindi scomparsi i cassonetti. L’eliminazione dei quali si è rivelata disastrosa, “per la resistenza a modificare le proprie abitudini”, che hanno portato a “piccole discariche o dove prima vi erano i cassonetti o in prossimità delle campane del vetro e i contenitori degli abiti usati”. 

E quando si pensava che non fosse possibile fare di peggio, Lisi riesce a stupire: “Queste discariche abusive in diversi punti del territorio servito dal nuovo sistema di raccolta non tendono a ridursi, in particolare nelle zone di passaggio o negli slarghi dove, fermandosi con la macchina, si può abbandonare di tutto. Questo fenomeno è fortemente accentuato nelle due statali 113 e 114″.

La politica mette la testa sotto la sabbia, scegliendo di non decidere il futuro del settore, Messinambiente negli anni ha offerto un servizio scandalosamente  deficitario, i cittadini preferiscono vivere nella sporcizia piuttosto che modificare le abitudini o rispettare le norme. Gli ingredienti per una crisi dei rifiuti che non è più un’emergenza, ma sta diventando strutturale, ci sono tutti.

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Salvo
Salvo
24 Maggio 2017 17:55

Scoccia dirlo, ma le regole, le leggi, per essere applicate e rispettate in modo ampio, devono essere accompagnate da un’adeguata azione di controllo e sanzione, ovunque, non solo al sud. Il punto è che, qui da noi, controlli e sanzioni sono opzionali, o fatti “addamanera”.
Ciò detto, qui mi sembra che le responsabilità siano un po’ a 360°… Nonostante i costi del servizio!